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Ridefinizione organici ATA e mobilità verticale: cosa cambia dal 2026 per i collaboratori scolastici, le novità

A partire dall’anno scolastico 2026/2027, 42.114 collaboratori scolastici ATA saranno trasformati in operatori scolastici. Le novità previste dal MiM.

Lo scorso 8 maggio si è concluso l’incontro tra Ministero dell’Istruzione e del Merito e le organizzazioni sindacali per ridefinire gli organici del personale ATA (Amministrativo, Tecnico e Ausiliario). Una delle principali novità, prevista dal CCNL 2019/2021, riguarda l’introduzione del nuovo profilo di operatore scolastico, che entrerà in vigore a partire dall’anno scolastico 2026/2027. La riforma porterà alla trasformazione di 42.114 collaboratori scolastici in operatori scolastici, secondo il principio di un operatore per ogni plesso scolastico.

Un operatore per ogni plesso: come avverrà il passaggio di ruolo del Personale ATA

Il passaggio da collaboratore scolastico a operatore scolastico non sarà automatico, ma avverrà attraverso il meccanismo della mobilità verticale. Questo strumento permetterà la progressione professionale al personale già in servizio, secondo criteri ben definiti. Il piano del Ministero stabilisce che ciascun plesso scolastico avrà almeno un operatore, garantendo una maggiore presenza professionale e un’organizzazione più efficiente. L’intervento punta a valorizzare l’esperienza e la professionalità del personale scolastico, allineando la struttura alle nuove esigenze dell’istruzione pubblica.

Mobilità verticale: chi potrà accedere e quali sono i requisiti

Per accedere alla mobilità verticale, i collaboratori scolastici dovranno possedere uno dei seguenti requisiti:

  • Attestato di qualifica professionale valido per l’accesso esterno, accompagnato da almeno cinque anni di esperienza maturata come collaboratore o in un’area equivalente del sistema di classificazione precedente;
  • Diploma di scuola secondaria di primo grado con almeno dieci anni di servizio nei medesimi ruoli.

Questi criteri intendono premiare sia la formazione professionale che l’esperienza maturata sul campo, assicurando una transizione coerente verso i nuovi standard richiesti dal ruolo di operatore scolastico. L’obiettivo è valorizzare le competenze acquisite nel tempo, riconoscendole come elemento centrale per l’accesso alla nuova qualifica.

Impatto economico e trattamento retributivo del nuovo profilo ATA

Secondo le stime della UIL Scuola, l’impatto economico complessivo della riforma ammonterà a circa 25 milioni di euro. L’inquadramento nel nuovo profilo comporterà un aumento retributivo lordo annuo di circa 595 euro, pari a un incremento netto mensile di circa 25 euro. Sebbene si tratti di un adeguamento contenuto, rappresenta comunque un primo riconoscimento economico per il personale coinvolto nel passaggio di ruolo. Questo aggiornamento salariale, pur modesto, è indicativo di un cambio di passo nella gestione delle risorse umane della scuola pubblica.

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