HomeAttualitàRientro a scuola a settembre, i Presidi: “Noi capri espiatori”

Rientro a scuola a settembre, i Presidi: “Noi capri espiatori”

La dura presa di posizione dei maggiori sindacati dei Dirigenti Scolastici a proposito delle loro responsabilità al rientro a scuola a settembre

Continua ininterrotto il lavorio per la redazione dei protocolli di sicurezza in vista degli esami di Stato e per la riapertura delle sedi scolastiche a settembre. In questa fase si stanno prendendo in esame tutta una serie di fattori/misure per la riapertura dei locali destinati ad ospitare tutto il personale scolastico oltre che gli alunni. Questo significa guardare in prospettiva per ciò che attiene alla sanificazione dei locali, a tutte le procedure occorrenti  per l’accoglienza delle unità lavorative e non ultima le responsabilità dei Dirigenti Scolastici. In questo articolo porremo l’attenzione soprattutto a questo ultimo aspetto. Cosa rischiano i Dirigenti Scolastici al rientro a scuola?

Le preoccupazioni dei Presidi per il rientro a scuola, sia per gli esami di Stato che alla ripresa delle attività didattiche a settembre: “Pretendiamo di sapere quali saranno le nostre responsabilità”

Ci soffermeremo proprio su questo ultimo aspetto che a nostro giudizio rappresenta una delle questioni più spinose di tutti i protocolli in via di definizione.

Il 12 maggio u.s. come sappiamo ha avuto corso un tavolo di trattativa (online) tra i sindacati e il famoso Comitato tecnico scientifico con la presenza della ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina.

Dai sindacati sono giunte parecchie richieste come per esempio quella della Uil Scuola la quale ha chiesto un investimento economico per la realizzazione in ogni scuola del territorio nazionale di presidi sanitari. Medesime richieste sono giunte da quasi tutte le sigle sindacali presenti in videoconferenza.

Il sindacato nazionale dei Presidi, l’ANP, ha invece chiesto al ministro Azzolina chiarimenti in merito alle responsabilità oggettive dei capi d’istituto relativamente alla sicurezza dei propri istituti durante la fase emergenziale post riapertura. Una domanda lecita oltre che significativa per chi detiene la rappresentanza legale di ogni singola istituzione scolastica.

Per dire il vero, non solo ANP è intervenuta su questa tematica. Anche la CISL Scuola attraverso  un suo dossier ha tentato di chiedere e di chiedersi a quali responsabilità possano andare in contro i Presidi durante la fase due dell’emergenza.

Ecco cosa si trova scritto in questo senso sul dossier CISL Scuola: “Riteniamo – a proposito di questo aspetto – che debba essere delimitata la responsabilità dei dirigenti scolastici sia in relazione all’utilizzazione a fini scolastici di strutture non usualmente destinate all’istruzione e formazione sia perché l’osservanza delle prescrizioni indicate dal protocollo nazionale assolva ogni altra responsabilità relativamente a possibili contagi”. Non solo, ma si chiede la modifica del Dlgs 81/2008 (Decreto sicurezza), in relazione ai limiti del rispetto delle prescrizioni di “sicurezza in occasione del servizio scolastico, il quale dovrà essere svolto on line fino a quando non sono state ripristinate le necessarie condizioni di sicurezza”.

Le responsabilità dei Dirigenti Scolastici: “Da rivedere anche le norme contenute nel Dlgs 81/2008”

Una presa di distanza netta sia dall’attuale norma di sicurezza generale vigente che dai documenti di sicurezza ad hoc che si stanno attualmente redigendo.

Su questo problema rincara la dose la sigla sindacale dei Presidi che chiede a gran voce che vengano scritte nero su bianco le responsabilità a cui vanno incontro i Dirigenti Scolastici. Il sindacato nazionale dei DS infatti ha espressamente richiesto con la massima urgenza alla ministra Azzolina che siano definite una volta per tutte le effettive responsabilità dei dirigenti scolastici in materia di sicurezza sul luogo di lavoro, con particolare riguardo a questa fase emergenziale.

Per rendere concreta la nostra richiesta – spiega ANP – si dovrà procedere alla “formalizzazione di un protocollo nazionale che preveda misure precise, univoche e puntuali, la cui applicazione garantisca la più ampia sicurezza negli ambienti della scuola ed eviti che responsabilità improprie siano imputate ai dirigenti scolastici”. “Non è infatti pensabile – sottolinea il sindacato dei presidi – che ogni scuola definisca discrezionalmente le proprie misure anticontagio: la sicurezza è un bene che deve essere garantito dall’adozione di misure idonee a tutelare i diritti di tutti, validate dalle competenti autorità sanitarie e dagli organi tecnici”.

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