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Rientro a Scuola, Anief indice il primo sciopero: coinvolto tutto il personale scolastico del Paese

Rientro a scuola con il primo sciopero proclamato e indetto da Anief: in breve le motivazioni che stanno alla base della protesta

Rientro a scuola turbolento per il personale della scuola a causa della proclamazione del primo sciopero da parte di Anief per l’a.s. 2021/22. Lo stato di agitazione indetto dal sindacato guidato da Marcello Pacifico interesserebbe tutto il personale docente, Ata ed educativo di tutto il territorio nazionale a partire dal primo giorno di scuola.

Rientro a scuola, il primo sciopero di Anief al suono della prima campanella

Secondo Marcello Pacifico (Anief) a scuola non sarebbero attualmente presenti le adeguate condizioni di sicurezza anti Covid per un tranquillo rientro tra i banchi e in presenza. In particolare, Pacifico pone alcune questioni a proposito della capienza delle aule e del relativo distanziamento interpersonale, criticando il ministero per non essersi adoperato al fine di un necessario sdoppiamento delle classi. Non solo, ma il sindacato chiede con fermezza anche l’abolizione della norma incostituzionale che impone l’obbligo del Green pass per gli insegnanti e per tutto il personale scolastico in generale.

Anief annuncia pertanto l’avvio del primo stato di agitazione della scuola proprio a partire dal suono della prima campanella. Il Presidente Pacifico ha sottolineato la mancanza e la predisposizione da parte del Governo di un Piano di Sicurezza serio e capace di garantire un normale svolgimento delle lezioni e l’apprendimento delle conoscenze da parte degli studenti.

Le ragioni del primo sciopero indetto da Anief

Classi pollaio – Sul tema oramai più volte dibattuto delle classi pollaio, Marcello Pacifico precisa: “Sono passati due anni dalla prima richiesta di soldi per sdoppiare le classi, adesso non c’è più tempo”.

Mancanza di risorse per il Piano di Sicurezza – La richiesta dei fondi, dichiara il Presidente Anief, parte dalla necessità non solo di sdoppiare le classi, ma di raddoppiare anche e soprattutto gli organici, sia il personale docente che ATA. Sfiduciato, dopo più di un anno e mezzo, Pacifico parla di negligenza da parte dei ministeri interessati a proposito dell’impegno a rivedere i criteri per la definizione di un Piano della Sicurezza capace di garantire veramente lo stato di salubrità dei locali scolastici. Se da un lato il PNRR parla di ‘dimensionamento’, dall’altro non ci sono i soldi stanziati necessari a tale opportunità – precisa il leader Anief.

Precariato e organici insufficienti – Ecco perché bisogna scioperare, sostiene Pacifico. La protesta deve avviarsi ed andare avanti fin quando il Governo non darà le risposte concrete a questa situazione. Poi dichiara: “Inoltre, il decreto Sostegni bis non ha risolto il problema del precariato. L’anno scolastico inizierà ancora una volta con il record di precari. Noi abbiamo bisogno di soluzioni immediate che avevamo individuato nel doppio canale di reclutamento. In tale scenario lo sciopero, dunque, mira anche a convincere il Governo a trovare una soluzione stabile al problema del precariato”.

Vincolo di permanenza nella mobilità – Ci sono altre ragioni – sottolinea Pacifico – che hanno condotto Anief a proclamare la prima giornata di sciopero nazionale. Il tema dei vincoli di permanenza sulle sedi in caso di mobilità (ass. provv.), per esempio, ha fatto si che le azioni che il sindacato ha promosso ha portato come conseguenza positiva alla riduzione da 5 a 3 anni della permanenza e del divieto di spostamento nel caso di mobilità. Una vittoria, questa, la quale ha modificato una norma ingiusta e discriminatoria perché allontanava le famiglie, in un momento di difficoltà come quello del Covid, provocando spostamenti del personale tra le Regioni.

Green pass – La motivazione più importante che sta alla base dello sciopero riguarda anche l’obbligo della vaccinazione mediante l’istituzione ‘coatta’ del Green pass. Su questo argomento Pacifico ha affermato: “Lo sciopero vuole abolire l’obbligo del Green pass ma vuole soprattutto dare un segnale: la scuola c’è, la scuola è viva e vuole essere partecipe della crescita del Paese. Ma è necessario investire nella scuola. Gli insegnanti hanno bisogno del rinnovo del contratto. Il Governo si è impegnato a dare delle risorse in più, ma queste risorse ancora non le vediamo”.

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