Scuola in crisi: tagli agli organici e carenza di sostegno mettono in difficoltà anche Ravenna
A Ravenna 26 docenti in meno nel 2025/26. Aumentano gli alunni disabili ma i posti di sostegno non bastano. Allarme dei sindacati.


La legge di Bilancio 2025 porta con sé nuove preoccupazioni per il sistema scolastico, a partire dalla riduzione degli organici. In provincia di Ravenna, come nel resto d’Italia, le conseguenze si fanno sentire: 26 docenti in meno per il prossimo anno scolastico e una dotazione di sostegno che non tiene il passo con l’aumento degli alunni con disabilità. A preoccupare ulteriormente è anche il calo demografico, che incide sull’organizzazione delle classi e sul diritto allo studio.
Tagli agli organici: -26 docenti a Ravenna
Nel corso dell’incontro tra le organizzazioni sindacali e l’Ufficio scolastico territoriale di Ravenna, è stato annunciato per il 2025/26 un taglio di 26 unità tra il personale docente. La riduzione si inserisce nel quadro nazionale previsto dalla legge di Bilancio, che prevede complessivamente 5.660 posti in meno. Un calo che riflette anche la diminuzione del numero di studenti, con un -1,95% rispetto all’anno precedente.
Distribuzione dei posti e potenziamento
Per l’organico dell’anno scolastico 2025/26 si prevedono 3.480 posti comuni e 268 destinati al potenziamento. A questi si aggiungono 2 posti per la classe di concorso A023, dedicata all’insegnamento dell’italiano come seconda lingua per studenti stranieri, sempre inclusi nel potenziamento.
Emergenza sostegno: più alunni disabili, ma pochi insegnanti
Cresce il numero degli alunni con disabilità nelle scuole della provincia: 119 in più rispetto all’anno precedente, per un totale di circa 2.279. Tuttavia, i posti di sostegno restano fermi a 745, compresi i 42 del potenziamento, un numero insufficiente a garantire una copertura adeguata. Il rapporto tra docenti e studenti con disabilità varia da 1 a 3,35 nella scuola dell’infanzia fino a 1 a 1,29 nella secondaria di secondo grado.
Sindacati: “Serve un cambio di rotta politico”
La Flc Cgil denuncia che, accanto al calo demografico, i tagli lineari compromettono ulteriormente la qualità dell’istruzione, aumentando il numero di alunni per classe e riducendo il supporto necessario. “La scuola non può essere considerata una spesa superflua. È una risorsa strategica per il futuro del Paese”, sottolinea la segretaria provinciale Francesca Lo Iacono. “Chiediamo con forza un investimento reale nell’istruzione pubblica e nel personale”.