La scuola in Toscana si conferma il fanalino di coda per ciò che attiene la percentuale di immissioni nei ruoli dello Stato. Il dato è stato comunicato ieri dalla FLC Cgil. Le immissioni in ruolo sono pari al 40% dei posti autorizzati. Lo svuotamento delle GaE/GM 2016 e il mancato Concorso 2018 hanno causato questa anomala situazione.
Scuola, in Toscana pochi assunti in ruolo su tante cattedre a disposizione: solo il 40%
Gli insegnanti che hanno raggiunto il meritato traguardo sono pochi (il 40,11%) rispetto al numero dei posti disponibili per la firma di un contratto a tempo indeterminato. L’agenzia di stampa ANSA Toscana parla infatti di un risicato numero di insegnanti a cui sono stati assegnati i posti di ruolo. Inizialmente le cattedre disponibili erano 4.500. Difatti, mancano all’appello quasi il 60% di insegnanti. Nella medesima regione d’Italia il numero aumenta, attestandosi all’85%, nel caso di insegnanti con il titolo di specializzazione sul sostegno.
Una situazione paradossale e assolutamente anomala, in considerazione dell’elevato numero di insegnanti meridionali ma titolari nelle scuole de centro nord, i quali ogni anno presentano istanza di assegnazione provvisoria ottenendola nelle regioni del sud Italia. Intanto, nelle regioni del nord lavorano sempre i supplenti.
Andate deserte in Toscana quasi il 60% delle cattedre con contratto a tempo indeterminato: ecco perché
Ma perché è avvenuto tutto questo? Cosa è successo negli ultimi tempi? Le più importanti sigle sindacali pare abbiano trovato la causa (oramai nota a tutti). Secondo gli stessi, il motivo di tale carestia di insegnanti dipende con certezza da due concause: lo svuotamento delle Graduatorie ad esaurimento (GaE) e quelle di merito (GM) del 2016 e perché nel frangente non si è provveduto in tempi rapidi allo svolgimento del Concorso 2018.
Proprio per queste ragioni, in tempi non sospetti, le maggiori organizzazioni sindacali (Flc-Cgil, Cisl Scuola e Gilda Unams) sono stati molto critici nei confronti dell’USR Toscana. Ecco cosa dichiarano a proposito del problema evidenziatosi: “Abbiamo criticato la procedura adottata sin dai primi adempimenti a inizio agosto – hanno precisato i segretari regionali di Flc-Cgil Daniele Monticelli, Cisl Scuola Giovanni Vannucci e Gilda-Unams Silvana Boccara”. Secondo gli stessi dirigenti sindacali è stato più volte sollecitato l’Ufficio Scolastico Regionale affinché “promuovesse un’azione di coordinamento e definisse linee di indirizzo uniche, per evitare poi comportamenti differenziati nelle varie province che finiscono con il tradursi in disparità e discriminazioni“, questa la loro dichiarazione dopo i clamorosi dati usciti in questi giorni.
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