Scuola primaria, torna il dibattito sull’esame di quinta elementare: il caso che infiamma i social

Esame di quinta elementare: sui social esplode il dibattito tra chi lo rimpiange come prova di vita e chi lo accusa di creare ansia inutile nei bambini

29 giugno 2025 17:17
Scuola primaria, torna il dibattito sull’esame di quinta elementare: il caso che infiamma i social - Comportamento scorretto dei bambini a scuola
Comportamento scorretto dei bambini a scuola
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Sui social impazza il dibattito sull’esame di quinta elementare, tra chi lo rimpiange come prova formativa e chi lo giudica superato e dannoso. Un confronto che coinvolge genitori, insegnanti e nostalgici, divisi tra rigore educativo e tutela del benessere infantile. L’Italia si interroga sul senso della scuola e sul valore della valutazione precoce

Esame di quinta: un rito di passaggio che non c’è più

Un tempo segnava l’ingresso nell’adolescenza scolastica, oggi è solo un ricordo: l’esame di quinta elementare, con il suo carico di ansia, solennità e attesa, è stato cancellato dalle riforme scolastiche che hanno puntato su un passaggio più fluido verso la scuola secondaria. Eppure, sui social, è esplosa una vera e propria nostalgia collettiva: genitori ed ex studenti ne parlano come di un’esperienza formativa, che preparava alla vita e al confronto con le difficoltà. Il presidente esterno, le interrogazioni, la tensione dell’attesa: elementi che oggi mancano nel percorso dei più piccoli e che, per molti, hanno lasciato un vuoto educativo.

'Senza prove, bambini più fragili'

Secondo una parte dell’opinione pubblica, l’abolizione dell’esame ha contribuito alla fragilità emotiva delle nuove generazioni. Molti utenti parlano di una “generazione senza ostacoli”, cresciuta in un ambiente scolastico troppo protetto e privo di reali sfide. “Per crescere bisogna misurarsi con il fallimento e la vittoria”, si legge in numerosi commenti. La tesi è chiara: mancando esperienze di confronto reale, come un esame con valutazione esterna, i bambini arriverebbero impreparati alle vere difficoltà, a partire dalla terza media. Un’accusa diretta a un sistema educativo che, per paura del trauma, avrebbe rinunciato al rigore.

I ricordi e le testimonianze dell'esame di quinta

A sostenere il valore dell’esame ci sono le testimonianze di chi l’ha vissuto, spesso con emozione e riconoscenza. “Ricordo l’ansia, ma anche l’orgoglio di avercela fatta”, scrive una donna che ne ha sostenuti due, in seconda e in quinta elementare. Anche molti insegnanti raccontano di aver simulato l’esame anche dopo la sua abolizione, per offrire ai bambini un’esperienza educativa forte ma guidata. “Era una pressione positiva, che spingeva tutti a dare il meglio”, afferma una docente. L’esame diventa così simbolo di una scuola più seria, ma anche più esigente, capace di preparare davvero alla vita.

Le critiche: 'Solo ansia inutile'

Non mancano però le voci contrarie, che considerano l’esame un residuo di un’epoca superata. “Le vere prove della vita sono altre”, scrive chi ricorda con disagio quel momento. Alcuni citano sistemi educativi internazionali che non prevedono voti né esami, e che puntano su benessere, cooperazione e pausa. Secondo questa visione, l’Italia dovrebbe abbandonare la logica del “merito a ogni costo”, puntando su una scuola più empatica e moderna. Al centro della discussione anche il nodo delle bocciature: se l’esame fosse reintrodotto, avrebbe senso solo con la reale possibilità di non promuovere, altrimenti rischierebbe di diventare una mera formalità.

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