Nel 2025, con scuole chiuse tra le vacanze pasquali, il ponte del 25 aprile e il 1° maggio, molte famiglie si trovano in difficoltà. La lunga sospensione didattica, in alcuni casi fino a dieci giorni consecutivi, è una scelta legittima nel rispetto dell’autonomia scolastica, ma sta sollevando polemiche soprattutto tra i genitori lavoratori. Il dibattito coinvolge anche i dirigenti scolastici, divisi tra esigenze educative e sociali.
Scuole chiuse tra festività e ponti
Secondo i calendari scolastici regionali, le vacanze di Pasqua 2025 andranno dal 17 al 22 aprile nella maggior parte delle Regioni italiane. Fanno eccezione alcune zone: in Liguria, Valle d’Aosta e Veneto, le lezioni riprenderanno già il 22 aprile, subito dopo Pasquetta, mentre nella Provincia di Trento la pausa pasquale sarà estesa fino al 26 aprile.
Il ponte del 25 aprile, Festa della Liberazione, è stato deliberato ufficialmente dalle seguenti Regioni:
- Basilicata
- Abruzzo
- Calabria
- Campania
- Friuli Venezia Giulia
- Marche
- Molise
- Umbria
- Valle d’Aosta
- Veneto
- Province autonome di Trento e Bolzano
In molte scuole di queste Regioni si è deciso di unire le vacanze di Pasqua al ponte del 25 aprile, creando un’unica lunga sospensione didattica, in alcuni casi dal 17 al 27 aprile, generando di fatto un “maxi ponte” di dieci giorni consecutivi.
Il malcontento delle famiglie: “E i genitori che lavorano?”
Non tutti accolgono con entusiasmo questa lunga pausa. In particolare, sta emergendo il disagio di molte famiglie, soprattutto di quelle in cui entrambi i genitori lavorano e non hanno possibilità di gestire i figli per un periodo così lungo.
Emblematico è il caso raccontato dal Corriere della Sera, dove una medico, madre di due bambine piccole, ha espresso preoccupazione per la gestione quotidiana durante la pausa. Sia lei che il marito lavorano su turni, e l’assenza prolungata da scuola rappresenta un ostacolo significativo.
“Avrei preferito che la scuola avesse attivato un campus scolastico o delle attività alternative durante la sospensione,” ha affermato la dottoressa. “Così i bambini avrebbero potuto rimanere in un ambiente sicuro, con i loro compagni, senza dover cercare soluzioni alternative ogni giorno.”
Le scelte diverse degli istituti: continuità didattica e inclusione
Non tutte le scuole, però, hanno optato per la chiusura prolungata. Alcuni istituti hanno scelto di mantenere l’apertura nei giorni tra Pasqua e il 25 aprile, motivando la decisione con la necessità di garantire continuità didattica e sostenere in particolare gli studenti più fragili.
Una dirigente scolastica ha dichiarato che la scuola ha voluto rispondere alle esigenze di studenti con background migratorio, per i quali una pausa troppo lunga rischia di compromettere l’apprendimento e l’integrazione. “Per noi è importante non interrompere troppo a lungo il percorso scolastico, anche per non lasciare indietro chi ha più bisogno,” ha spiegato.
Scuole chiuse: il nodo dell’autonomia scolastica e delle esigenze sociali
Questa situazione mette in evidenza il complesso equilibrio tra autonomia scolastica – che consente alle scuole di adattare il calendario alle esigenze locali – e la necessità di rispondere alle esigenze sociali delle famiglie.
Le scuole sono tenute a rispettare un numero minimo di giorni di lezione all’anno, ma hanno margini di manovra per stabilire eventuali ponti o sospensioni. Tuttavia, in un contesto dove molte famiglie fanno fatica a conciliare vita lavorativa e impegni familiari, ogni decisione può avere un impatto significativo.
E dopo? C’è anche il 1° maggio
Come se non bastasse, pochi giorni dopo il maxi ponte si aggiunge un’altra festività: quella del 1° maggio, Festa dei Lavoratori, che nel 2025 cade di giovedì. Alcune scuole potrebbero decidere di prolungare ulteriormente lo stop anche al giorno successivo, dando così vita a un secondo mini-ponte.
Il rischio, secondo alcuni osservatori, è quello di una frammentazione eccessiva del calendario scolastico, che rischia di minare la stabilità del percorso formativo e la serenità organizzativa delle famiglie.