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Scuole paritarie cattoliche: chiedono più fondi pubblici nella Manovra 2025

Le scuole paritarie cattoliche chiedono un incremento dei fondi pubblici da stanziare nella Legge di Bilancio 2025 per far fronte ai crescenti costi di gestione

Le scuole paritarie cattoliche e d’ispirazione cristiana chiedono con forza un incremento dei fondi pubblici per far fronte ai crescenti costi di gestione. Le principali associazioni di settore, tra cui AGeSC, Cdo Opere Educative-Foe, Ciofs Scuola, Faes, Fidae, Fism, Fondazione Gesuiti Educazione e Salesiani per la Scuola, hanno espresso la loro delusione per l’assenza di misure favorevoli nella Manovra 2025. Le organizzazioni lamentano il mancato aumento dei contributi e l’assenza di strumenti a sostegno della libertà di scelta educativa per le famiglie, come voucher scolastici o maggiori detrazioni fiscali.

Più fondi per le scuole paritarie cattoliche: l’appello del Cardinal Zuppi e l’impegno del Ministro Valditara

L’appello a favore delle scuole paritarie era stato sostenuto anche dal cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, che aveva evidenziato la necessità di ulteriori risorse per supportare queste istituzioni educative. Recentemente, anche il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara si era espresso a favore del Buono Scuola per consentire alle famiglie una maggiore libertà di scelta tra scuole pubbliche e paritarie. Tuttavia, nonostante queste promesse, le scuole paritarie si ritrovano senza risposte concrete nel testo della Legge di Bilancio 2025, in un contesto economico dove i costi di gestione sono in costante aumento.

Crescono i costi di gestione delle scuole paritarie cattoliche: non basta l’aumento delle rette

Le scuole paritarie cattoliche sottolineano come, a distanza di quasi 25 anni dalla Legge di Parità 62/2000, la questione della parità economica sia ancora irrisolta. Sebbene siano stati fatti alcuni progressi negli ultimi anni, i contributi pubblici sono ancora insufficienti a coprire i costi operativi, costringendo le famiglie a sostenere economicamente la scelta di una libertà educativa. Gli enti gestori delle scuole paritarie hanno dovuto aumentare le rette per far fronte agli effetti dell’inflazione (+15% negli ultimi tre anni) e all’incremento dei costi del personale derivante dal rinnovo dei contratti collettivi. A questo si aggiunge il crescente numero di alunni con disabilità (+10% nell’anno scolastico 2023/24), che richiede maggiori risorse per il sostegno, nonostante i fondi specifici siano ancora insufficienti.

La richiesta di emendamenti alla Manovra 2025

Le associazioni di genitori e gestori delle scuole paritarie cattoliche hanno quindi avanzato proposte di emendamenti alla Legge di Bilancio 2025, sollecitando un incremento dei contributi per il sostegno agli studenti con disabilità e l’introduzione di strumenti che facilitino la libertà di scelta educativa delle famiglie. Queste richieste coinvolgono circa 800.000 alunni delle scuole paritarie in tutta Italia. Sebbene negli ultimi dieci anni i fondi pubblici destinati alle scuole paritarie siano cresciuti, raggiungendo circa 600 milioni di euro all’anno, le associazioni sottolineano che questa somma rimane ancora insufficiente per garantire un servizio educativo sostenibile.

Il ruolo delle Scuole paritarie nel sistema educativo pubblico

Le scuole paritarie, in particolare nel primo ciclo d’istruzione, continuano a rivestire un ruolo fondamentale nel sistema educativo italiano, colmando le lacune dell’offerta formativa pubblica. Se lo Stato dovesse creare nuove scuole per coprire queste esigenze, il costo sarebbe molto più elevato rispetto ai fondi attualmente stanziati per sostenere le scuole paritarie. Tuttavia, resta irrisolta la questione costituzionale, legata all’articolo 33 della Costituzione, che afferma il diritto di enti e privati di istituire scuole senza oneri per lo Stato. Questo punto solleva dubbi sulla possibilità di considerare le scuole paritarie come parte integrante del sistema pubblico e di giustificare un loro finanziamento con risorse statali.

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