Il percorso di riforma dell’istruzione tecnica previsto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), tra promesse e battute d’arresto, continua a vivere fasi alterne. Con l’entrata in vigore del Decreto Legge 7 aprile 2025, n. 45, il Governo ha ufficializzato l’ennesimo rinvio dell’attuazione della riforma, inizialmente prevista per l’anno scolastico 2024/2025, poi spostata al 2025/2026, e ora rimandata al 2026/2027. La misura, che rientra nella missione M4C1 del PNRR, aveva già sollevato forti perplessità da parte delle organizzazioni sindacali, in particolare della FLC CGIL, che ne aveva evidenziato i limiti sia in termini di tempistiche sia per la complessità delle azioni richieste alle scuole.
PNRR Scuola: nuovo rinvio per l’istruzione tecnica, troppe criticità organizzative
Questo ennesimo rinvio sottolinea le difficoltà sistemiche di conciliare il calendario degli interventi previsto dal PNRR con le reali capacità organizzative delle istituzioni scolastiche. Allo stesso tempo, il decreto chiarisce definitivamente che la riforma dell’istruzione tecnica prevista dalla missione M4C1 non coincide con la nuova filiera tecnologico-professionale introdotta dalla legge n. 121 dell’8 agosto 2024. Vediamo nel dettaglio le tappe, i contenuti e le criticità che hanno portato a questo ulteriore slittamento.
La lunga gestazione della riforma: tappe e documenti normativi
Il PNRR aveva identificato nella riforma dell’istruzione tecnica una delle milestone fondamentali per il rilancio del sistema scolastico italiano, fissando al 31 dicembre 2024 il termine ultimo per l’adozione delle misure previste.
Con il Decreto Legge 208 del 31 dicembre 2024, il Governo aveva già introdotto, all’articolo 9, la possibilità di attivare la riforma a partire dall’anno scolastico 2025/2026, demandando al Ministero dell’Istruzione e del Merito l’adozione delle misure operative attraverso apposito decreto.
Il Ministero ha quindi emanato il Decreto Ministeriale n. 269 del 31 dicembre 2024, pubblicato però solo l’11 febbraio 2025, ovvero il giorno successivo alla chiusura delle iscrizioni per tutti gli ordini scolastici. Questa pubblicazione tardiva ha creato un vuoto operativo, rendendo di fatto impossibile l’attuazione della riforma nei tempi previsti.
Le criticità segnalate dalla FLC CGIL
La FLC CGIL, sin dalla pubblicazione del DM 269/2024, ha sollevato due questioni centrali. In primo luogo, ha sottolineato come l’articolo 2 del decreto imponesse una serie di adempimenti e cambiamenti organizzativi difficilmente realizzabili in pochi mesi, soprattutto considerando che le scuole avrebbero dovuto inserirli nella programmazione didattica già per il 2025/2026.
In secondo luogo, ha contestato la pubblicazione del decreto a iscrizioni scolastiche già concluse. Questo elemento ha di fatto impedito a famiglie e istituzioni scolastiche di orientarsi adeguatamente verso il nuovo modello formativo. Di fronte a tale situazione, il sindacato aveva proposto di posticipare l’avvio della riforma all’anno scolastico 2026/2027, proprio per garantire una transizione ordinata e consapevole.
Il D.L. 45/2025: un rinvio inevitabile
Il Decreto Legge 7 aprile 2025, n. 45, ha recepito le difficoltà segnalate da più parti. Pur trattandosi di un provvedimento che affronta “disposizioni urgenti in materia di PNRR per l’avvio dell’anno scolastico 2025/2026”, il testo sancisce lo slittamento dell’avvio della riforma al 2026/2027.
In questo modo, il Governo ha riconosciuto implicitamente l’impossibilità di implementare tempestivamente le misure previste dal DM 269/2024, confermando la necessità di maggiori tempi di preparazione per il sistema scolastico.
Chiarimenti sulla natura della riforma: istruzione tecnica ≠ filiera tecnologico-professionale
Il D.L. 45/2025 fornisce anche un chiarimento sostanziale: la riforma dell’istruzione tecnica prevista dal PNRR (Riforma 1.1 – M4C1) non coincide con la riforma della filiera tecnologico-professionale introdotta dalla legge 121/2024.
Questa precisazione risulta particolarmente rilevante dal punto di vista dell’utilizzo delle risorse: il PNRR finanzia esclusivamente il riordino dell’istruzione tecnica previsto dal DL 144/2022, mentre la filiera tecnologico-professionale segue un altro percorso normativo e operativo, con finalità e strumenti distinti.
Tra riforma annunciata e attuazione reale
Il rinvio dell’avvio della riforma dell’istruzione tecnica non rappresenta solo un problema di calendario. Mostra, piuttosto, le difficoltà strutturali nel coniugare le ambizioni del PNRR con la realtà operativa delle scuole.