Il passaggio dall’adolescenza all’età adulta rappresenta una fase delicata e complessa, spesso accompagnata da sfide emotive, cambiamenti relazionali e ricerca di identità. Uno studio recente dell’Università di Scienza e Tecnologia di Oslo (Norvegia) mette in luce quanto la solitudine e la scarsa resilienza possano costituire un pericoloso binomio, aumentando significativamente il rischio di ansia e depressione nei giovani adulti. La ricerca richiama l’attenzione sull’importanza della prevenzione, del supporto scolastico e comunitario, e dell’intervento precoce.
Solitudine e scarsa resilienza: una combinazione ad alto rischio
Secondo lo studio condotto dal team di ricerca norvegese, i giovani che sperimentano sia isolamento sociale che una bassa capacità di resilienza sono esposti a un rischio molto più elevato di sviluppare disturbi mentali rispetto ai coetanei che affrontano solo uno di questi due fattori. Nayan Deepak Parlikar, autrice principale dello studio, sottolinea come questi due elementi si rinforzino a vicenda, creando un terreno fertile per lo sviluppo di ansia, depressione e altri disagi psicologici nell’età adulta.
Prevenzione e interventi mirati: la chiave per il benessere mentale
La ricerca evidenzia l’urgenza di individuare tempestivamente i giovani più vulnerabili attraverso screening psicologici mirati nelle scuole e nei servizi socio-sanitari. “È fondamentale potenziare le abilità sociali e la resilienza emotiva già durante l’adolescenza”, afferma Parlikar. Interventi strutturati come la terapia cognitivo-comportamentale possono essere efficacemente adattati per aiutare i ragazzi ad affrontare sia la solitudine che la fragilità psicologica. La formazione degli operatori sanitari e scolastici per riconoscere le combinazioni a rischio è, secondo gli esperti, un passo imprescindibile.
Scuola e comunità: un’alleanza per la salute mentale dei giovani
Un ruolo centrale è affidato alla scuola e alla comunità, ambienti cruciali per costruire relazioni positive e un forte senso di appartenenza. “Il sentimento di inclusione ha un impatto enorme sul benessere dei ragazzi”, afferma Unni Karin Moksnes, supervisore dello studio. Favorire un clima scolastico accogliente, prevenire l’esclusione sociale e coinvolgere le famiglie in un lavoro sinergico con gli educatori può fare la differenza. Investire in iniziative per il benessere mentale degli studenti, oltre a migliorare la qualità della vita, contribuisce a ridurre l’abbandono scolastico e promuove una futura integrazione sociale e lavorativa.
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