E’ impensabile che due percorsi uguali, nati dallo stesso decreto abbiano un trattamento, da parte del MIUR, completamente differente. Con ricadute profondissime su chi ha seguito questi percorsi di specializzazione. Parliamo della specializzazione sul sostegno, tenutasi nell’anno accademico appena conclusosi.
Specializzazione sul sostegno
In una scuola che intenda essere luogo di formazione e non di emarginazione per gli alunni con bisogni educativi speciali, l’integrazione dell’alunno disabile richiede l’impegno, la disponibilità ed anche la preparazione di tutto il contesto scolastico, ma ha bisogno, in particolare, che all’interno della scuola sia attiva una risorsa fondamentale: la specializzazione di un corpo docente, in grado di rispondere alle necessità di educazione e di istruzione di tutti gli alunni, nello specifico di coloro che si presentano con deficit e situazioni di handicap.
Disparità di trattamento
Nell’anno accademico 2017/18 è stato portato avanti il terzo percorso di specializzazione sul sostegno, come previsto dal dm 249/2010, per tutti i gradi di istruzione, attivato da diversi atenei, con posti definiti dal MIUR e con 3 prove selettive in ingresso.
Come stabilito dal D.M. 30 settembre 2011: criteri e modalità per lo svolgimento dei corsi di formazione per il conseguimento della specializzazione per le attività di sostegno, ai sensi degli articoli 5 e 13 del decreto 10 settembre 2010, n. 249, “le attività del calendario accademico devono essere espletate in non meno di 8 mesi”.
Questa specializzazione però ha portato a sbocchi lavorativi diversi per i diversi docenti, ecco la beffa per gli abilitati SFP (Scienze della Formazione Primaria): mentre per la secondaria è stato indetto un concorso non selettivo che ha permesso subito di entrare in ruolo con il titolo di specializzazione sul sostegno appena conseguito (molti docenti della secondaria di primo e secondo grado stanno entrando in ruolo in questi giorni), per infanzia e primaria invece non è stata garantita nessuna possibilità di accedere al ruolo con il titolo di sostegno.
L’aggravante è che per gli ordini di scuola di infanzia e primaria è stato varato un decreto per un concorso non selettivo (ancora da bandire) per coloro che hanno due anni di servizio, cosa impossibile da avere visto che il percorso sul sostegno è terminato a fine giugno. il MIUR non ha dato ancora nessuna spiegazione in merito a questa disparità di trattamento.
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