Sostegno: come funzionano graduatorie, algoritmo e interpelli
Le graduatorie docenti di sostegno seguono più procedure: algoritmo, istituto e interpelli. Ecco come funzionano le nomine e quali opportunità restano aperte.
La gestione delle supplenze per i docenti di sostegno è scandita da più procedure: dall’assegnazione tramite algoritmo alle chiamate da graduatorie di istituto fino agli interpelli delle scuole. Conoscere in anticipo i passaggi previsti è essenziale per orientarsi tra i diversi canali e non rischiare di perdere opportunità di nomina.
Algoritmo e turni da GPS
Il primo passaggio per l’assegnazione delle cattedre è gestito tramite algoritmo sulle GPS (Graduatorie Provinciali per le Supplenze). Una volta che l’algoritmo effettua le nomine, non torna indietro: chi è stato saltato in questa fase non potrà essere recuperato per posti già assegnati. Diverso il caso in cui l’algoritmo non abbia completato tutte le posizioni: in queste circostanze, ulteriori turni di nomina possono avvenire fino al 31 dicembre, soprattutto in seguito a rinunce o per posti in deroga che emergono nel corso dell’anno. Questo rende importante monitorare con costanza le pubblicazioni degli Uffici scolastici provinciali per cogliere eventuali nuove disponibilità.
Sostegno: graduatorie di istituto e supplenze temporanee
Esaurita la fase delle GPS, entrano in gioco le graduatorie di istituto, che consentono l’assegnazione di supplenze temporanee e, in alcuni casi, incarichi fino al 30 giugno o al 31 agosto. Le scuole, una volta esaurite le proprie graduatorie interne, dovrebbero attingere a quelle delle scuole vicine fino a coprire l’intera provincia. In pratica, però, questa procedura non sempre viene rispettata, creando disomogeneità nella gestione delle chiamate. Per i docenti che attendono una nomina, conoscere queste dinamiche è fondamentale, poiché la supplenza potrebbe arrivare in tempi diversi a seconda dell’istituto e della corretta applicazione delle regole provinciali.
Interpelli e carenze di organico
Quando le graduatorie provinciali e d’istituto risultano esaurite, alcune scuole ricorrono agli interpelli, pubblicando avvisi sui propri siti e su quelli degli uffici scolastici. In teoria, chi è già inserito in GPS non dovrebbe avere la necessità di rispondere a tali procedure, ma nella pratica accade spesso il contrario.
L’urgenza di coprire i posti vacanti, soprattutto nella scuola primaria e in particolare nel Nord Italia, porta a chiamare anche aspiranti non in possesso del titolo di specializzazione. Questa situazione mette in evidenza una forte carenza di docenti di sostegno, che spinge gli istituti a percorrere strade non sempre lineari pur di garantire la presenza di insegnanti in classe. Per i candidati, dunque, rispondere agli interpelli può rappresentare una possibilità aggiuntiva per ottenere incarichi, nonostante la normativa non lo preveda come via prioritaria.