Sostegno, protesta sui corsi Indire

Il Collettivo docenti di sostegno critica i corsi Indire da 36 e 48 ECTS: verifiche inadeguate, organizzazione fragile e rischio per la qualità inclusiva.

28 agosto 2025 15:30
Sostegno, protesta sui corsi Indire - Corsi Indire Sostegno 2025
Corsi Indire Sostegno 2025
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Alla vigilia dell’avvio dei corsi Indire da 36 e 48 ECTS rivolti ai docenti con titolo estero, il Collettivo Docenti di Sostegno Specializzati solleva critiche dure. Secondo gli insegnanti, le modalità di verifica e la struttura organizzativa rischiano di indebolire la qualità dell’insegnamento e di compromettere la preparazione necessaria per garantire una reale inclusione scolastica.

Un ruolo che richiede professionalità autentica

Il Collettivo sottolinea che il sostegno scolastico non può essere ridotto a un mero adempimento burocratico. Si tratta di un ambito che richiede strumenti didattici solidi, competenze maturate attraverso l’esperienza e una costante riflessione pedagogica. Secondo il gruppo, i corsi Indire per i docenti con titolo conseguito all’estero dovrebbero rispondere a standard formativi elevati, mentre la struttura proposta rischia di apparire compressa e superficiale. Ciò metterebbe in discussione la capacità dei futuri insegnanti di fornire un supporto realmente efficace agli alunni e alle alunne con disabilità.

Le criticità del modello dei Corsi Indire

Le perplessità dei docenti si concentrano su diversi aspetti operativi. Tra i problemi principali figurano l’assenza di un calendario specifico per i corsi da 36 ECTS, che obbliga i partecipanti a gestire autonomamente le esclusioni delle lezioni non pertinenti, e la comunicazione tardiva delle credenziali di accesso, che riduce il tempo disponibile per familiarizzare con piattaforme e strumenti digitali. Inoltre, si evidenzia la mancanza di sedi d’esame definite, con disagi organizzativi per i corsisti, insieme a sistemi di rilevazione presenze non uniformi che scaricano responsabilità amministrative sui singoli insegnanti. La critica più forte riguarda però la valutazione finale limitata a cinque quiz a risposta multipla per materia, ritenuta del tutto inadeguata per misurare la complessità professionale del docente di sostegno. A questo si aggiunge la programmazione delle attività in orari marginali o nei fine settimana, scelta che secondo il collettivo comporta un impoverimento della qualità formativa.

Le richieste del Collettivo

Alla luce delle criticità riscontrate, il Collettivo Docenti di Sostegno formula alcune proposte mirate. In primo luogo, chiede una tutela chiara per chi ha conseguito la specializzazione sul sostegno secondo il D.M. 249/10, in modo da garantire pari riconoscimento professionale. Viene inoltre sollecitata una revisione delle modalità di verifica, affinché valorizzino il pensiero pedagogico e le competenze pratiche, non limitandosi a test standardizzati. Altro punto centrale riguarda il riconoscimento del tirocinio reale come elemento imprescindibile della formazione, senza scorciatoie teoriche. Infine, si invoca un impegno strutturale e duraturo negli investimenti per la preparazione dei docenti di sostegno, poiché figure di tale rilevanza non possono essere formate attraverso percorsi semplificati o transitori. Il comunicato si chiude con un appello: trascurare la qualità della formazione significa tradire la fiducia delle famiglie e degli studenti che confidano nella scuola per percorsi autenticamente inclusivi.

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