lunedì, 21 Aprile 2025
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Stipendi docenti: Corte di Cassazione riconosce il diritto alla fascia 3-8 anni per gli assunti post 2010

La Corte di Cassazione riconosce il diritto al gradone 3-8 anni per i docenti assunti dopo il 2010. Sentenza storica per la tutela dei diritti economici.

La Corte di Cassazione ha stabilito che anche i docenti assunti in ruolo dopo il 2010 hanno diritto nel proprio emolumento al riconoscimento del gradone stipendiale 3-8 anni, senza dover rinunciare al riconoscimento integrale del servizio pre-ruolo svolto per almeno 180 giorni nell’anno scolastico.

Novità per gli stipendi docenti assunti dopo il 2010: ecco la sentenza della Corte di Cassazione

La sentenza n. 6138 del 7 marzo 2025 ha sancito che la clausola di salvaguardia dell’art. 2 del CCNL 4 agosto 2011 si applica anche ai docenti con contratto a tempo determinato in servizio al 1° settembre 2010 e successivamente stabilizzati. La decisione riconosce il diritto a mantenere la fascia 3-8 anni anche quando il servizio pre-ruolo è stato calcolato secondo la fictio iuris dell’art. 489 del d.lgs. 297/1994, che prevede il computo parziale tramite almeno 180 giorni di servizio o incarichi dal 1° febbraio fino al termine delle lezioni. Questa sentenza pone fine a una discriminazione che ha penalizzato numerosi insegnanti stabilizzati dopo il 2010.

Una sentenza storica per i diritti economici dei docenti

Il sindacato Anief ha definito questa pronuncia una sentenza storica per la tutela del personale docente. Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, la decisione rappresenta un passo decisivo per la tutela dei diritti economici degli insegnanti: “La Corte ha definitivamente riconosciuto l’illegittimità di una discriminazione che ha colpito migliaia di docenti”. Pacifico ha aggiunto che il sindacato vigilerà per garantire l’effettiva applicazione della sentenza.

Gli insegnanti coinvolti potranno ora presentare richiesta di differenze retributive maturate, tenendo conto del limite di prescrizione quinquennale. I legali di Anief, Nicola Zampieri, Fabio Ganci e Walter Miceli, hanno sottolineato che la sentenza riconosce in pieno il principio di parità di trattamento tra docenti con contratto a tempo determinato e quelli a tempo indeterminato.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha distinto due ambiti giuridici: la ricostruzione della carriera, che riguarda l’anzianità di servizio, e la clausola di salvaguardia, relativa all’attribuzione del gradone 3-8 anni. Secondo la Corte, questi istituti vanno valutati separatamente ai fini della legittimità e della parità di trattamento. In particolare, la Cassazione ha stabilito che il diritto alla fascia 3-8 anni non può essere negato se l’anzianità è stata riconosciuta tramite il criterio dei 180 giorni. La sentenza si basa sulla clausola 4 dell’Accordo quadro allegato alla direttiva 1999/70/CE, che vieta trattamenti meno favorevoli ai lavoratori a termine rispetto ai colleghi a tempo indeterminato. La Corte ha inoltre citato precedenti della Corte di Giustizia UE, tra cui la sentenza Rosado Santana (C-177/10) e la recente causa C-322/23 del 17 ottobre 2024.

La Cassazione, dunque, ha respinto la tesi del Ministero, secondo cui l’applicazione della clausola di salvaguardia creerebbe disparità verso i docenti assunti a tempo indeterminato. I giudici hanno ribadito che il carattere a termine del contratto non può giustificare un trattamento economico deteriore, evidenziando la natura discriminatoria della prassi applicata in passato.

Quali sono gli effetti concreti della sentenza?

La pronuncia della Cassazione garantisce ai docenti interessati:

  • Il diritto ad accedere alla fascia stipendiale 3-8 anni se in possesso dell’anzianità richiesta, anche se maturata con il computo parziale previsto dal d.lgs. 297/1994.
  • La possibilità di richiedere il riconoscimento delle differenze retributive subite, entro il limite della prescrizione quinquennale.
  • L’obbligo per l’amministrazione scolastica di adeguarsi alla sentenza e applicare la clausola di salvaguardia ai docenti stabilizzati ex precari.

Questa importante sentenza rappresenta un significativo passo avanti per il riconoscimento dei diritti economici del personale scolastico, sanando un’ingiustizia che ha penalizzato per anni migliaia di insegnanti italiani.

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