HomeLavoroStipendiStipendi più alti dal 1° maggio: il governo rilancia la contrattazione collettiva

Stipendi più alti dal 1° maggio: il governo rilancia la contrattazione collettiva

Il governo prepara il decreto 1° maggio con nuove misure per rafforzare la contrattazione collettiva, aumentare gli stipendi e contrastare il lavoro sottopagato

Il governo prepara un nuovo intervento in occasione del 1° maggio 2025, data simbolica dedicata ai lavoratori. Proprio come accaduto nel 2024, l’esecutivo utilizzerà questa ricorrenza per introdurre un pacchetto di misure dedicate al lavoro. Tra i punti centrali, emerge la volontà di potenziare la contrattazione collettiva e di bloccare l’adeguamento automatico dell’età pensionabile alle aspettative di vita. L’obiettivo è rafforzare gli stipendi attraverso il rinnovo dei contratti scaduti e assicurare retribuzioni più eque, offrendo così un’alternativa concreta al salario minimo legale.

Le criticità della contrattazione collettiva in Italia

Il sistema della contrattazione collettiva in Italia copre quasi il 100% dei lavoratori, secondo i dati del CNEL. Tuttavia, il governo riconosce due criticità principali: la mancanza di copertura in alcuni settori e il ritardo sistematico nel rinnovo dei contratti scaduti. Molti dipendenti continuano a lavorare con contratti scaduti, subendo una progressiva perdita di potere d’acquisto. Inoltre, alcune aziende sfruttano contratti firmati da sigle sindacali poco rappresentative per ridurre il costo del lavoro, generando fenomeni di dumping contrattuale.

Le nuove misure per rilanciare la contrattazione collettiva

Il governo intende utilizzare la delega ricevuta dal Parlamento per intervenire in modo deciso sulla contrattazione collettiva. Tra le azioni previste, si punta a identificare i contratti collettivi più diffusi per stabilire soglie minime retributive, obbligare le imprese degli appalti a rispettare tali soglie, estendere i contratti più rappresentativi ai lavoratori attualmente non coperti e stimolare la contrattazione di secondo livello per adattarsi alle esigenze territoriali. Inoltre, il governo introdurrà sistemi di tracciamento dei contratti applicati e incentivi economici per il rinnovo puntuale dei contratti.

Stipendi più equi e lavoratori più tutelati

Dal decreto 1° maggio 2025 arriveranno quindi i primi effetti concreti per i lavoratori. La riforma della contrattazione collettiva porterà benefici tangibili: più lavoratori avranno accesso a contratti validi e aggiornati, i rinnovi diventeranno più tempestivi e il dumping contrattuale verrà contrastato in modo più efficace. Il governo vuole garantire trattamenti equi e stipendi adeguati al costo della vita, senza introdurre un salario minimo legale ma puntando su un sistema contrattuale più efficiente, inclusivo e rappresentativo.

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