HomeLavoroStipendiStipendi troppo bassi e dazi USA minacciano l’economia italiana: l'allarme di Bankitalia

Stipendi troppo bassi e dazi USA minacciano l’economia italiana: l’allarme di Bankitalia

Le preoccupazioni di Bankitalia: dazi USA e stipendi bassi minacciano l'economia. Panetta chiede al governo riforme per stimolare la crescita e la produttività.

Bankitalia lancia un doppio allarme sull’economia italiana e su quella globale. Secondo il governatore Fabio Panetta, la guerra dei dazi innescata dagli Stati Uniti potrebbe compromettere la crescita economica mondiale, mentre in Italia il problema centrale resta la bassa crescita degli stipendi. Panetta sottolinea come questi fattori stiano alimentando incertezza, inflazione e una fiducia fragile tra famiglie e imprese.

I dazi USA frenano l’economia globale e aumentano l’instabilità dei mercati: occorre aumentare gli stipendi

Il governatore Fabio Panetta ha espresso preoccupazione per l’impatto dei dazi commerciali introdotti dagli Stati Uniti, evidenziando che potrebbero costare quasi un punto percentuale di crescita al PIL mondiale entro due anni. Negli Stati Uniti, gli effetti negativi stimati sono circa il doppio. Secondo Panetta, il ricorso ai dazi come leva negoziale ha effetti distorsivi sul commercio internazionale, riduce la domanda di lavoro e aumenta le pressioni inflazionistiche, specialmente in un contesto già segnato da aspettative di rialzo dei prezzi. Inoltre, la continua alternanza di annunci e smentite genera volatilità sui mercati finanziari, aggravando la situazione di incertezza globale.

Debito globale in crescita: servono riforme per stimolare lo sviluppo

Bankitalia evidenzia anche un altro rischio sistemico: l’aumento costante del debito pubblico a livello globale, che limita i margini d’intervento in caso di nuove crisi. Negli ultimi 15 anni, il rapporto debito/PIL è cresciuto sensibilmente, specialmente nelle due principali economie mondiali. Panetta invita a rafforzare gli strumenti del G20 per la ristrutturazione del debito nei paesi poveri e a favorire politiche che incentivino innovazione, istruzione e investimenti per rilanciare la produttività. Solo così sarà possibile ridurre il debito e sostenere una crescita più solida e inclusiva.

Stipendi stagnanti in Italia: produttività ancora troppo bassa

Un ulteriore allarme è stato lanciato sul fronte interno: i salari italiani risultano tra i più stagnanti d’Europa. In termini reali, le retribuzioni sono cresciute molto meno rispetto agli altri principali paesi europei e, nonostante un parziale recupero nel 2024, restano inferiori ai livelli del 2000. Il nodo centrale, secondo Panetta, è la scarsa produttività del sistema economico. Per garantire un aumento stabile e duraturo dei salari, è necessario puntare su accumulazione di capitale, innovazione tecnologica e un’azione pubblica efficace. Solo un aumento consistente della produttività potrà sostenere la crescita e migliorare le condizioni del mercato del lavoro italiano.

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