In Italia, più di un lavoratore su due esprime insoddisfazione per il proprio stipendio, non solo per l’importo economico percepito, ma anche per la mancanza di benefit, formazione, flessibilità e opportunità di crescita. Le donne, in particolare, si mostrano più critiche, soprattutto in relazione a meritocrazia, equità e riconoscimento delle performance. Questi dati emergono dall’edizione 2025 del Salary Satisfaction Report dell’Osservatorio JobPricing in collaborazione con InfoJobs.
Soddisfazione retributiva in crescita, ma ancora lo stipendio è basso
L’indice medio di soddisfazione retributiva in Italia nel 2025 si ferma a 4,2 su 10. Sebbene in crescita rispetto agli anni precedenti (3,8 nel 2022 e 4,0 nel 2023), questo valore indica che il livello generale di appagamento economico resta basso. Il report mette in luce come la retribuzione fissa resti il principale criterio nella scelta di un nuovo impiego, ma non rappresenti più l’unico fattore rilevante.
Il valore del Total Reward per il benessere lavorativo
Il concetto di Total Reward si conferma centrale nel determinare la soddisfazione dei dipendenti. Oltre al salario base, i lavoratori valutano con attenzione benefit accessori, orari flessibili, possibilità di smart working e la qualità delle relazioni interpersonali. Questi elementi, spesso intangibili, contribuiscono in modo significativo a migliorare l’engagement e il benessere complessivo sul lavoro.
Le aziende devono ripensare i modelli retributivi
Matteo Gallina, responsabile dell’Osservatorio JobPricing, sottolinea l’importanza di ascoltare direttamente le opinioni di lavoratori e lavoratrici. I risultati del report offrono uno spunto per le imprese: è il momento di superare il tradizionale schema salariale e adottare una strategia integrata di soddisfazione retributiva, che premi il merito e costruisca percorsi di valorizzazione delle persone, sempre più centrali nella cultura organizzativa.