Stop agli smartphone in aula: il parere dell’esperto Alberto Pellai

Il Ministero vieta l’uso degli smartphone a scuola. Alberto Pellai spiega i motivi neurobiologici dietro una scelta educativa sempre più urgente.

14 settembre 2025 17:47
Stop agli smartphone in aula: il parere dell’esperto Alberto Pellai - divieto dello smartphone
divieto dello smartphone
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Dal giugno scorso, le scuole italiane devono fare i conti con un cambiamento radicale: stop definitivo all’uso degli smartphone durante l’orario scolastico. Il provvedimento, voluto dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, coinvolge tutti gli istituti superiori e impone regole rigide, con pochissime eccezioni. La misura mira a rafforzare la concentrazione in aula e a tutelare il benessere degli studenti, ma apre anche scenari complessi sul piano organizzativo e normativo.

Una norma chiara con rare eccezioni

Il nuovo regolamento elimina ogni ambiguità: niente più telefoni in aula, né durante le lezioni né negli intervalli. Il Ministero ha tolto anche la possibilità di utilizzare gli smartphone per scopi didattici, una deroga finora ammessa. Le uniche eccezioni riguardano studenti con bisogni educativi speciali indicati nei PEI o PDP, oppure casi specifici autorizzati dalle scuole. Anche gli indirizzi tecnologici potranno fare uso dei dispositivi solo se ritenuti indispensabili per il percorso formativo. Tablet, computer e lavagne digitali restano invece ammessi, ma sotto regolamento interno. La distinzione riflette un concetto chiave: alcuni strumenti si prestano alla didattica, altri minano la concentrazione.

Dirigenti scolastici al centro dell’attuazione

Spetta alle scuole tradurre il divieto in regole concrete. I dirigenti devono aggiornare il regolamento d’istituto e ridefinire il patto di corresponsabilità con le famiglie. Una delle scelte più complesse riguarda la gestione pratica dei dispositivi: vietare solo l’uso lasciando il telefono in tasca o imporre la consegna all’ingresso. Quest’ultima opzione solleva però problemi legali in caso di furto o danneggiamento, oltre a richiedere risorse aggiuntive per garantire sicurezza e controllo. Il divieto si estende a ogni spazio scolastico, inclusi corridoi, cortili e attività extracurricolari, e impone un sistema di sanzioni progressive. Anche il personale scolastico, docente e non docente, è chiamato a rispettare nuove linee guida sull’uso del cellulare durante l’orario di servizio.

L’opinione degli esperti: benefici cognitivi e relazionali

Alberto Pellai, medico e psicoterapeuta dell’età evolutiva, ha sostenuto pubblicamente il provvedimento, definendo lo smartphone un potente “distrattore” capace di compromettere le capacità cognitive degli studenti. Intervistato da Sky TG24, Pellai ha spiegato che esistono basi neurobiologiche solide a supporto della scelta ministeriale, confermate anche dall’esperienza di altri Paesi europei che hanno introdotto politiche simili. Secondo lui, una scuola libera dagli smartphone favorisce la crescita relazionale e sociale degli studenti, sempre più compromessa dalla dipendenza digitale. Anche la comunità pediatrica internazionale appoggia misure restrittive, ritenendo il digitale in età evolutiva un elemento da maneggiare con estrema cautela.

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