Supplenze sostegno 2025, cosa cambia con la conferma dei docenti

Supplenze sostegno 2025, il decreto di conferma dei docenti porta continuità ma non sempre sullo stesso alunno. Ecco cosa sta accadendo nelle scuole.

05 settembre 2025 10:41
Supplenze sostegno 2025, cosa cambia con la conferma dei docenti - Docente supplente
Docente supplente
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La conferma dei docenti di sostegno introdotta dal dm n. 32/2025 sta generando situazioni controverse nelle scuole. Se da un lato la misura garantisce una maggiore continuità didattica, dall’altro emergono casi in cui gli insegnanti confermati non seguono più lo stesso alunno dell’anno precedente, con dubbi e malumori tra famiglie e docenti.

Sostegno: la nuova procedura di conferma

Il decreto ministeriale ha stabilito che la riconferma dei docenti di sostegno avvenga in base a condizioni precise: la richiesta dei genitori entro il 15 maggio, la permanenza dello studente nello stesso grado e istituto e la verifica del GLO. Con parere positivo e disponibilità del posto, il dirigente scolastico ha potuto inserire la conferma al SIDI. Il docente ha quindi espresso adesione tramite domanda su Istanze on line, accedendo al cosiddetto bollettino zero. In questo passaggio il Ministero ha verificato la “nominabilità” dei docenti, garantendo un incarico anche su altre classi di concorso in base alle preferenze espresse. I decreti di conferma, pubblicati entro il 31 agosto, hanno interessato circa 58.000 docenti su 120.000, che hanno preso servizio dal 1° settembre.

Continuità didattica e criticità organizzative

Il principio della continuità è stato interpretato non come garanzia della presenza del docente accanto allo stesso alunno, ma come stabilità dell’insegnante all’interno dell’istituto. Alcuni casi sollevati dai docenti mostrano la complessità: incarichi confermati ma suddivisi tra più classi, ore ridotte rispetto all’anno precedente o spostamenti per esigenze di organico. Ciò ha portato a domande di legittimità: un docente confermato può vedersi assegnare metà ore con l’alunno già seguito e l’altra metà in una classe diversa? Oppure essere trasferito in un altro plesso nonostante la richiesta delle famiglie? Le risposte non sono univoche, poiché le necessità organizzative dei dirigenti devono convivere con i diritti degli studenti e con il processo inclusivo.

Il ruolo delle famiglie e l’impatto sull’inclusione

La richiesta delle famiglie è parte integrante della procedura, ma resta da chiarire quale peso effettivo abbia nelle decisioni finali. I Collegi docenti e i dirigenti devono infatti bilanciare i criteri interni di assegnazione con la volontà dei genitori. In molti casi la continuità è stata garantita solo parzialmente, dividendo le ore tra più insegnanti. Resta dunque aperta la questione di come il decreto incida realmente sull’organico di sostegno: è sufficiente avere il docente in servizio dal 1° settembre o bisogna assicurare anche la stabilità del rapporto con il singolo alunno? Le scuole dovranno confrontarsi su questi aspetti per mantenere un equilibrio tra inclusione, continuità e gestione del personale.

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