Tagli alla scuola: in Sicilia soppresse 603 cattedre, allarme per docenti e qualità dell’istruzione

Tagli alla scuola: 5.600 cattedre in meno nel 2025. Sicilia tra le più colpite. Sindacati preoccupati per qualità e condizioni di lavoro.

08 aprile 2025 07:13
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Tagli alla scuola
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Con la Legge di Bilancio 2025, la scuola italiana si prepara ad affrontare nuovi tagli alla scuola. A settembre, oltre 5.600 cattedre statali verranno soppresse in tutta Italia, e la Sicilia pagherà uno dei prezzi più alti, con 603 posti in meno. Il provvedimento, giustificato dal Ministero con il calo demografico degli studenti, non tiene conto delle richieste dei sindacati, che speravano in un utilizzo virtuoso di questa fase per migliorare la qualità dell’insegnamento e ridurre le classi affollate. Il rischio concreto è un peggioramento delle condizioni di lavoro dei docenti e una contrazione dell’offerta educativa, soprattutto in una regione già fortemente penalizzata come la Sicilia.

Tagli alla scuola che coinvolgono tutto il paese

Dal prossimo anno scolastico, saranno 5.660 le cattedre in meno nelle scuole statali italiane. Il taglio, distribuito su base regionale, colpirà duramente anche le grandi isole, con la Sicilia a sostenere oltre il 10% della riduzione complessiva. Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha motivato il provvedimento con la costante decrescita della popolazione scolastica, una dinamica che, secondo i sindacati, avrebbe potuto essere gestita in altro modo.

In Sicilia oltre 600 cattedre in meno

Il dato siciliano è tra i più pesanti: 603 posti di lavoro cancellati, di cui 519 concentrati nel primo ciclo scolastico (infanzia, primaria e medie) e 84 nella scuola superiore. La riduzione si inserisce in un contesto già fragile: la Sicilia perderà oltre 11.000 studenti nella fascia 3-18 anni nei prossimi mesi, un calo che avrebbe potuto rappresentare un’opportunità per riequilibrare classi numerose e carichi di lavoro eccessivi.

Sostegno: un incremento minimo

Una delle poche novità positive riguarda i posti di sostegno. Saranno stabilizzati 163 posti in più, che entreranno nell’organico di diritto. Un piccolo passo avanti verso la riduzione delle cattedre in deroga, che in Sicilia superano attualmente le 16.000 su un totale di circa 30.000. Tuttavia, l’incremento previsto copre meno dell’1% dell’intero fabbisogno e resta insufficiente per garantire continuità e qualità didattica agli studenti con disabilità.

Tagli alla scuola: effetti sulla mobilità e sulle assunzioni

I tagli avranno ricadute dirette sul personale. I docenti fuori sede che speravano di rientrare in Sicilia vedranno diminuire le possibilità di trovare una cattedra disponibile. Anche i precari delle GPS subiranno un rallentamento nei percorsi di stabilizzazione, con un numero inferiore di posti da assegnare. Infine, i concorsi legati al PNRR potrebbero subire una battuta d’arresto, con molte delle nuove cattedre previste che rischiano di non essere mai istituite.

Mobilità e trasferimenti a rischio

La riduzione degli organici avrà conseguenze anche per la mobilità interna. Cambiare scuola o provincia sarà più difficile, e molti docenti dovranno rinunciare al trasferimento auspicato. In un contesto di richieste crescenti di stabilità lavorativa, il ridimensionamento aggrava ulteriormente le criticità del sistema scolastico siciliano, già alle prese con carenze strutturali, dispersione scolastica e precarietà diffusa.