'Ti ficco il taglierino nella pancia': la Corte d’Appello caccia il professore

La Corte d’Appello di Torino conferma la destituzione di un docente che minacciò uno studente con un taglierino: i giudici parlano di condotta gravissima.

04 settembre 2025 09:12
'Ti ficco il taglierino nella pancia': la Corte d’Appello caccia il professore - Sentenza del Giudice
Sentenza del Giudice
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Un insegnante di scuola secondaria è stato definitivamente destituito dal servizio dopo aver minacciato un alunno durante una lezione con un taglierino alla gola. La Corte d’Appello di Torino ha respinto il ricorso, confermando la massima sanzione disciplinare per gravi abusi di autorità e violazione dei doveri educativi.

La minaccia e lo “scherzo” negato dai giudici

L’episodio risale all’autunno 2023, quando, nel corso di una lezione, il docente si rivolse a un allievo con la frase: “Ti ficco il taglierino nella pancia se non lavori”. Subito dopo, secondo le testimonianze raccolte, lo stesso insegnante avrebbe coperto gli occhi del ragazzo, tirandogli la testa all’indietro e puntandogli il taglierino con la lama scoperta alla gola. La scena, osservata da tutta la classe, si concluse con una risata del professore che minimizzò l’accaduto come uno “scherzo”. L’amministrazione scolastica avviò immediatamente il procedimento disciplinare, contestando la violazione dell’art. 498 del d.lgs. 297/1994 e sottolineando la recidiva disciplinare del docente, già colpito da censura pochi mesi prima.

Le prove e le testimonianze degli studenti

Le dichiarazioni rese dagli alunni in sede di istruttoria hanno confermato in modo concorde la dinamica dell’accaduto, offrendo un quadro probatorio ritenuto univoco e attendibile dai giudici. Decisiva è stata la testimonianza della docente entrata in classe nell’ora successiva, alla quale lo studente minacciato raccontò subito l’accaduto. Interpellato, il professore ammise il gesto, ma lo ridusse a un gioco, sostenendo che gli studenti avessero ingigantito la vicenda. Le versioni raccolte, tuttavia, hanno evidenziato la concretezza del rischio legato all’uso di una lama scoperta in un contesto scolastico, con potenziali conseguenze gravissime anche per un minimo movimento involontario.

La decisione della Corte d’Appello

Nella sentenza n. 306 depositata l’11 agosto 2025, la Corte d’Appello di Torino ha sottolineato il “gravissimo disvalore” del comportamento, incompatibile con la funzione docente. Secondo i giudici, l’azione non solo ha messo in pericolo lo studente direttamente coinvolto, ma ha anche compromesso l’intera classe, minando la fiducia nei confronti dell’istituzione scolastica. La Corte ha evidenziato come un gesto di tale natura rappresenti un tradimento della responsabilità educativa, non potendo in alcun modo essere giustificato come uno scherzo. La destituzione è stata quindi ritenuta una misura proporzionata alla gravità dei fatti. Oltre all’allontanamento definitivo, il docente dovrà farsi carico delle spese processuali e versare un ulteriore contributo previsto dalla legge per l’impugnazione.

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