Trentino, oltre 400 cattedre vacanti: il precariato scolastico è strutturale
In Trentino oltre 400 cattedre resteranno scoperte nel 2025/26. CGIL denuncia: il precariato è strutturale e penalizza anche il sostegno e le STEM
A settembre, in Trentino, oltre 400 cattedre resteranno scoperte per mancanza di docenti di ruolo. A confermarlo è la CGIL, che denuncia un precariato diventato ormai strutturale. Le graduatorie insufficienti, le modifiche normative e la cronica carenza di insegnanti per il sostegno aggravano un quadro già critico. Il sindacato chiede interventi e diritti paritari per i supplenti
Precariato scolastico: cattedre scoperte e graduatorie esaurite
Secondo i dati della CGIL del Trentino, per l’anno scolastico 2025/26 sono previste oltre 400 cattedre vacanti, che non potranno essere coperte da personale assunto a tempo indeterminato. A colmare i vuoti saranno nuovamente i docenti precari, come avviene ormai da anni. Il problema riguarda in particolare la scuola primaria, dove nel triennio 2023-2025 i posti disponibili sono aumentati da 45 a 215, ma più della metà resterà scoperta. Le difficoltà sono simili anche nella secondaria di primo grado, con 134 posti previsti per il 2025 e circa 80 destinati a rimanere vacanti. Nelle scuole superiori, il quadro è ancora più critico: su 286 cattedre disponibili, almeno 200 non troveranno copertura stabile. Il motivo principale è la carenza di graduatorie concorsuali aggiornate e sufficientemente capienti.
Discipline STEM, umanistiche e tecnico-pratiche in crisi
Le materie più colpite dalla mancanza di docenti specializzati sono quelle scientifiche e tecnologiche (STEM), ma anche le discipline umanistiche, come italiano, storia e geografia nelle scuole medie, risultano gravemente penalizzate. A queste si aggiungono la musica e l’insegnamento tecnico-pratico, settori già in sofferenza che subiranno ulteriori difficoltà a partire dal 2026. Infatti, con la modifica dei requisiti di accesso per gli insegnanti tecnico-pratici, sarà obbligatoria una laurea triennale o un percorso post-diploma di Alta formazione tecnica e professionale, restringendo ulteriormente il bacino dei candidati idonei. Questo cambiamento normativo rischia di rendere ancora più difficile il reclutamento, soprattutto nelle scuole professionali.
Sostegno e fragilità educative senza risposta
La carenza di docenti di sostegno è trasversale a tutti gli ordini scolastici e comporta ricadute dirette sugli alunni con disabilità o bisogni educativi speciali. In Trentino, come altrove, la mancanza di personale specializzato compromette la continuità educativa e riduce le opportunità formative per gli studenti più fragili. Questo non solo rappresenta un problema gestionale, ma genera diseguaglianze strutturali all’interno del sistema scolastico, in contrasto con i principi inclusivi sanciti dalla normativa nazionale. La situazione è aggravata dal numero insufficiente di specializzati, unito alla difficoltà di attrarre e stabilizzare nuove figure professionali in grado di coprire le necessità effettive.
Una rete scolastica sostenuta dal precariato
Per la FLC CGIL del Trentino, la situazione è ormai chiara: “Una parte importante delle scuole trentine si regge sul precariato”, ha dichiarato il segretario provinciale Raffaele Meo. Il sindacato parla apertamente di precariato strutturale, causato da scarsa programmazione e miopia politica da parte del Dipartimento Istruzione. Anche ammettendo la possibilità di un intervento straordinario della Provincia, oggi non esistono soluzioni immediate. La richiesta è almeno quella di un riconoscimento ufficiale del problema e di un investimento per garantire parità di diritti ai docenti precari, che spesso vantano anni di servizio, ma sono ancora considerati professionisti di serie B. La CGIL chiede un cambio di rotta per rendere il sistema più giusto e sostenibile.