venerdì, 4 Ottobre 2024
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Troppe assenze per malattia o infortunio: cosa si rischia

Le assenze per malattia o infortunio possono portare al licenziamento se superano i limiti previsti da INPS e INAIL. Quali sono i tempi massimi consentiti.

Assenze per malattia prolungate o per infortunio sul lavoro possono costare il posto di lavoro. Nonostante il diritto del dipendente a mantenere il posto durante questi periodi, esiste un limite da non superare. Oltre tale soglia, il datore di lavoro può legittimamente licenziare il lavoratore.

L’INPS e l’INAIL stabiliscono i tempi massimi per le assenze per malattia, infortunio o malattia professionale. L’INPS garantisce al dipendente la retribuzione durante l’ assenza, mentre l’INAIL copre gli infortuni e le malattie professionali. È fondamentale conoscere il termine oltre il quale conviene rientrare sul posto di lavoro per evitare conseguenze negative.

Assenze per malattia: cosa dice l’INPS

Durante le assenze per malattia, l’INPS assicura una retribuzione sostitutiva che varia in base alla durata dell’assenza:

  • Dal quarto al ventesimo giorno: 50% della retribuzione media giornaliera.
  • Dal ventunesimo al centottantesimo giorno: 66,66% della retribuzione media giornaliera.

I Contratti collettivi determinano l’indennità per i primi tre giorni di malattia, a carico del datore di lavoro, e se quest’ultimo deve integrare l’indennità dell’INPS nei giorni successivi per compensare la perdita salariale. L’indennità non supera i 180 giorni per anno solare: oltre tale limite, l’INPS non eroga più alcun compenso.

Periodo di comporto e licenziamento

Il periodo di comporto, ossia il tempo massimo entro cui il datore di lavoro non può licenziare il dipendente malato, è stabilito dai Contratti collettivi. Generalmente, questo periodo corrisponde alla durata dell’indennità di malattia, quindi 180 giorni per anno solare. Questo limite include sia le assenze continuative che quelle frazionate.

Assenze per infortunio sul lavoro: cosa dice l’INAIL

In caso di infortunio sul lavoro, l’INAIL eroga un’indennità che varia in base ai giorni di assenza:

  • Dal quarto al novantesimo giorno: 60% della retribuzione.
  • Dal novantunesimo giorno fino alla guarigione completa: 75% della retribuzione.

Diversamente dall’indennità di malattia, l’INAIL copre l’infortunio fino alla completa guarigione, senza un limite massimo. Tuttavia, per quanto riguarda la conservazione del posto di lavoro, le assenze per infortunio o malattia professionale rientrano nel periodo di comporto.

Anche se l’infortunio dura più di 180 giorni, il datore di lavoro può comunque procedere con il licenziamento, come confermato dalla Corte di Cassazione nell’ordinanza n. 11136 del 27 aprile 2023.

La somma delle assenze può portare al superamento del periodo di comporto, legittimando il licenziamento. L’unica eccezione si verifica quando il datore di lavoro è responsabile dell’infortunio e non ha rispettato le norme di sicurezza sul lavoro.

Conoscere i limiti di indennità e il periodo di comporto è essenziale per evitare conseguenze negative, come la perdita del posto di lavoro. Restare assenti troppo a lungo può portare al licenziamento, anche in caso di infortunio o malattia professionale.

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