L’Università di Catania è il più antico ateneo di Sicilia e uno dei più longevi d’Italia. Le sue radici affondano nel Quattrocento, quando il re Alfonso d’Aragona ne promosse la fondazione, riconoscendo all’Isola il ruolo centrale nel panorama culturale e politico del tempo. Dalla sua istituzione ufficiale con il nome di Studium Generale, l’ateneo catanese ha formato generazioni di studenti e studiosi, contribuendo allo sviluppo del sapere in ambito giuridico, medico, filosofico, scientifico e teologico. Il suo patrimonio storico, architettonico e librario è ancora oggi testimone di una lunga tradizione accademica.
Le origini nel quattrocento
Nel 1434, durante il regno di Alfonso d’Aragona, fu autorizzata la fondazione del primo ateneo siciliano. Il re, governando su Sicilia e Spagna, istituì lo Studium Generale, con il potere di rilasciare titoli di studio legalmente riconosciuti come licenze, baccellierati e lauree.
Dieci anni più tardi, nel 1444, Papa Eugenio IV ufficializzò la nascita del Siculorum Gymnasium con una bolla pontificia. Il 18 ottobre 1445, Pietro Geremia tenne il discorso inaugurale De laude scientiarum, avviando così le attività didattiche. Il primo laureato documentato fu Antonio Mantello, siracusano, che conseguì la laurea in Diritto civile nel 1449.
L’ateneo e la formazione culturale
Le prime facoltà istituite furono Teologia, Giurisprudenza e Medicina. In epoche successive, con l’espansione dell’offerta formativa, si aggiunsero corsi in Economia, Commercio, Agricoltura e discipline umanistiche e scientifiche.
Per secoli, Catania rimase l’unico ateneo dell’Isola. Solo nell’Ottocento furono fondate le università di Palermo e Messina. La sede iniziale era nei pressi della Cattedrale, in piazza Duomo. Successivamente, nel Seicento, le lezioni si tennero nei locali dell’ospedale San Marco, dove oggi sorge il Palazzo Centrale.
La rinascita dopo il terremoto del 1693
A seguito del devastante terremoto del Val di Noto, l’urbanistica dell’area universitaria fu completamente ripensata. Nel Settecento venne costruito l’attuale Palazzo Centrale, che domina piazza dell’Università, con un’imponente architettura barocca firmata da Francesco e Antonino Battaglia insieme a Giovanni Battista Vaccarini.
L’edificio conserva elementi architettonici di grande pregio, come il chiostro interno, l’aula magna affrescata da Giovanni Battista Piparo e un arazzo che raffigura lo stemma aragonese.
Il patrimonio librario
La Biblioteca dell’Università rappresenta uno dei più importanti poli culturali della Sicilia. Custodisce circa 200.000 volumi, tra cui preziosi codici, incunaboli, manoscritti e lettere autografe, veri tesori per la ricerca storica e letteraria.