Universitari, l’IA è il nuovo compagno di studi: 8 studenti su 10 la usano

L’83% degli studenti universitari italiani usa IA generativa, con punte in Biologia, Giurisprudenza e Psicologia. Opportunità e limiti e emergono dai dati CETU.

16 settembre 2025 14:12
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L’uso dell’intelligenza artificiale tra gli studenti universitari italiani è ormai massiccio e trasversale: l’83% dichiara di averla utilizzata almeno una volta e il 49% con regolarità. I dati CETU mostrano differenze tra corsi di studio e mettono in luce opportunità, criticità e timori legati all’adozione rapida di queste tecnologie.

Diffusione rapida e mancanza di regole

Secondo le rilevazioni del Centro studi CETU, l’83% degli studenti universitari italiani ha già usato strumenti di intelligenza artificiale generativa, mentre il 49% ne fa un impiego frequente. Solo il 7% dichiara di non averli mai utilizzati e un ulteriore 3% sta valutando se farlo. A colpire non è solo la diffusione ma la velocità con cui queste tecnologie sono entrate nella quotidianità accademica, senza linee guida ufficiali né un confronto strutturato nelle istituzioni. L’uso si estende a tutte le fasi del percorso di studio: dalla stesura di testi alla sintesi di materiali complessi, fino al supporto per esami e tesi.

Differenze disciplinari e livelli di adozione

I dottorandi risultano i più inclini all’integrazione dell’IA nel proprio lavoro (87%), seguiti dagli studenti di laurea magistrale (84%) e triennale (83%), rovesciando il luogo comune che questi strumenti siano un rifugio per chi ha meno dimestichezza con la scrittura o la ricerca. L’approccio varia anche per area disciplinare: gli iscritti a Economia e Giurisprudenza sono tra i più attivi (85%), mentre nelle facoltà umanistiche la percentuale scende al 79%. Il database CETU evidenzia che i corsi in Biologia, Giurisprudenza e Psicologia generano il maggior numero di contenuti prodotti con IA. Le lauree magistrali in Psicologia, Scienze Motorie e Biotecnologie registrano i livelli più alti di utilizzo, spesso in risposta alla pressione dei carichi didattici o alla tipologia dei materiali richiesti.

Vantaggi percepiti dagli universitari, limiti e ansie

Per il 65% degli studenti, l’IA rappresenta un supporto concreto nella comprensione dei contenuti, mentre solo il 9% dichiara di capire meno grazie al suo uso e il 17% non nota differenze. Tra gli studenti di Medicina l’81% associa all’IA un miglioramento nel modo di affrontare gli argomenti. Tuttavia emergono criticità: il 47% ha riscontrato imprecisioni nei contenuti generati, il 43% li ha trovati troppo vaghi e il 25% ha rilevato riferimenti bibliografici inesistenti, un problema serio per testi che richiedono rigore nella citazione delle fonti. Inoltre, il 69% teme che venga scoperto l’uso di questi strumenti e il 28% si dichiara in ansia per questa possibilità, mentre solo poco più di uno su quattro non avverte alcuna pressione. Un quadro che mostra un’adozione massiccia ma anche preoccupazioni etiche e pratiche su accuratezza, trasparenza e accettazione accademica.

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