Calo demografico: a rischio 130mila cattedre entro il 2035
Il calo demografico minaccia 130mila cattedre in Italia. La crisi strutturale può diventare un'opportunità per riformare la scuola e migliorare la didattica?


Il calo demografico in Italia svuota progressivamente le aule, mettendo a serio rischio circa 130mila cattedre entro il 2035. La crisi della scuola, che colpisce duramente il Sud e la Sardegna, potrebbe però trasformarsi in un'occasione unica per ripensare il sistema scolastico, migliorando la qualità dell'insegnamento.
Un calo demografico che parte dal sud
La Sardegna si conferma una delle regioni più colpite dal calo demografico, con una previsione di cinquemila studenti in meno per il prossimo anno scolastico. Per la prima volta, il fenomeno investe in modo significativo anche la scuola primaria, con duemila iscritti in meno. Questa tendenza è il risultato diretto del crollo delle nascite: nel 2022 si è scesi sotto gli ottomila nuovi nati, con un tasso di fecondità di appena 0,95 figli per donna, il più basso a livello nazionale. La riduzione della popolazione scolastica non è un'emergenza temporanea, ma un dato strutturale che impone una riflessione profonda sul futuro dell'istruzione nell'isola e in tutto il Paese.
I numeri della crisi a livello nazionale
Il fenomeno non si limita alla Sardegna, ma caratterizza l'intero Mezzogiorno, dove tra il 2017 e il 2023 la popolazione scolastica è diminuita del 9%, il doppio rispetto al Centro-Nord. Regioni come Molise e Basilicata hanno registrato perdite di alunni vicine al 30% e 18%. A livello nazionale, il Ministero dell'Istruzione prevede un calo di 134mila studenti per l'anno 2025/26. Se questo trend non si invertirà, entro il 2035 potrebbero mancare all'appello 1,4 milioni di studenti. Tale scenario non solo implica la chiusura di plessi, ma ridisegna il dimensionamento scolastico e mette in discussione migliaia di posti di lavoro nel settore.
Da crisi a occasione di rinnovamento
Secondo la sottosegretaria all'Istruzione, Paola Frassinetti, la denatalità può diventare "un’occasione per rinnovare la scuola e innalzare gli standard didattici". La riduzione del numero di alunni per classe, infatti, è un'opportunità per migliorare la qualità della didattica. In questa prospettiva, i fondi del PNRR diventano strategici per ripensare l'organizzazione e promuovere una didattica personalizzata e più flessibile. Sono già state attivate deroghe ai limiti minimi di alunni per classe nelle aree più fragili, come le isole minori e le zone interne, con l'obiettivo di adattare l'offerta formativa alle nuove esigenze demografiche e sostenere gli studenti in difficoltà.
In sintesi: il futuro della scuola
Il calo demografico rappresenta una sfida senza precedenti per l'istruzione in Italia. Lo svuotamento delle aule e la perdita di cattedre sono conseguenze inevitabili, ma questa crisi offre anche la possibilità di una profonda riforma della scuola, orientata a una maggiore qualità e attenzione per ogni singolo studente.