Caso Mestre, Vannacci: 'Italiani costretti a pagare due volte'
Vannacci sul caso Mestre scuotono il dibattito: troppi stranieri a scuola, famiglie spinte alle private e integrazione in discussione.


Le dichiarazioni di Roberto Vannacci sul caso della scuola primaria di Mestre con solo un quinto di alunni italiani scatenano polemiche. Il generale denuncia una “doppia tassazione” per le famiglie e invita a riflettere su integrazione scolastica e politiche migratorie, mentre dati e testimonianze delineano un quadro più complesso.
Il caso di Mestre e la denuncia di Vannacci
In una scuola primaria di Mestre su 61 iscritti solo circa dieci hanno la cittadinanza italiana, e di questi appena due provengono da famiglie italiane da più generazioni. Sul caso è intervenuto Roberto Vannacci, generale e deputato della Lega, con parole dure: “Agli italiani non resta che la via delle scuole private se vogliono offrire ai propri figli un’educazione decente”. Per Vannacci il sistema attuale costringe le famiglie a “pagare due volte”: con le tasse per scuola, sanità e welfare agli stranieri e con i costi della scuola privata per i propri figli. Le sue dichiarazioni hanno acceso il dibattito su integrazione e distribuzione degli alunni stranieri, mettendo in discussione un modello che finora aveva funzionato come esempio di accoglienza.
Famiglie divise tra critica e consenso
La polemica di Vannacci ha trovato eco tra chi teme la concentrazione monoculturale degli alunni non italofoni, ma anche voci contrarie. Il presidente del Consiglio d’istituto avverte che tale contesto “può ostacolare l’inserimento nel Paese”, pur riconoscendo la qualità dell’offerta formativa. Alcune famiglie italiane hanno scelto altre scuole con minori percentuali di stranieri, mentre altre restano soddisfatte. “Nostro figlio è felice e ben inserito”, afferma una mamma, ricordando che le difficoltà linguistiche sono emerse soprattutto alla scuola dell’infanzia e che oggi “i bambini vanno d’accordo”. Gli insegnanti parlano di una classe piccola e seguita, dove l’integrazione è frutto di lavoro quotidiano. Questa realtà smonta in parte l’immagine di “emergenza” proposta da Vannacci, ma conferma la complessità del tema.
I numeri dietro il fenomeno
I dati nazionali offrono uno sfondo alla denuncia di Vannacci. Secondo il Dossier Statistico Immigrazione 2025 di IDOS, negli ultimi undici anni gli studenti italiani sono diminuiti del 12,5%, mentre quelli con cittadinanza straniera sono aumentati del 16%. Quasi due terzi (65,2%) degli alunni stranieri sono nati in Italia, segno di una realtà strutturale più che emergenziale. Nell’a.s. 2023/2024 gli alunni stranieri erano 931.323, pari all’11,6% del totale, quota più alta dell’incidenza complessiva degli immigrati sulla popolazione italiana (8,9%). Più della metà appartiene a cinque principali cittadinanze: romena, albanese, marocchina, cinese ed egiziana. Dopo la scuola media solo il 32,9% degli studenti stranieri sceglie un liceo, mentre la maggioranza frequenta istituti tecnici o professionali, con una presenza quasi tripla rispetto ai licei (14,7% contro 5,4%). Questi numeri spiegano perché casi come quello di Mestre siano sempre più frequenti e politicamente sensibili.