Cilento: stazioni off limits a Centola e Pisciotta, diritti negati ai disabili

Il CNDDU denuncia le barriere a Centola e Pisciotta nel Cilento: grave il silenzio di RFI sulle violazioni dei diritti dei disabili.

A cura di Scuolalink Scuolalink
23 novembre 2025 07:00
Cilento: stazioni off limits a Centola e Pisciotta, diritti negati ai disabili - Coordinamento Nazionale Docenti
Coordinamento Nazionale Docenti
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Nel Cilento, l'inaccessibilità delle stazioni di Centola e Pisciotta rappresenta una grave violazione della Costituzione e della dignità umana. Il CNDDU condanna fermamente queste barriere che, impedendo la mobilità, negano l'inclusione sociale e la piena cittadinanza alle persone con disabilità.

Cilento, stazioni ferroviarie inaccessibili a Centola e Pisciotta: grave violazione dei diritti delle persone con disabilità

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani esprime profonda preoccupazione e ferma condanna per la persistente condizione di inaccessibilità di alcune stazioni ferroviarie nel territorio del Cilento, una situazione che – come denunciato con determinazione dall’attivista per i diritti delle persone con disabilità Christian Durso – continua a ledere in modo grave e sistematico il diritto alla mobilità, all’inclusione e alla piena cittadinanza delle persone con disabilità.

Non si è di fronte a mere inefficienze amministrative, ma a una violazione di principi di rango costituzionale e sovranazionale. L’articolo 3 della Costituzione italiana impone alla Repubblica di rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana. L’articolo 16 della Costituzione tutela la libertà di circolazione, mentre la Legge n. 104 del 1992 sancisce con chiarezza il diritto all’autonomia e all’integrazione sociale delle persone con disabilità. A questi si aggiungono il D.P.R. n. 503 del 1996 in materia di eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici, spazi e servizi pubblici e il D.M. 236/1989, che definisce i requisiti tecnici per l’accessibilità, l’adattabilità e la visitabilità delle strutture.

A livello internazionale, la Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità, ratificata dall’Italia con la Legge n. 18 del 2009, richiama in modo esplicito l’obbligo degli Stati di garantire l’accesso ai trasporti, alle infrastrutture e ai servizi aperti o forniti al pubblico, imponendo l’adozione di misure appropriate per l’eliminazione degli ostacoli e delle barriere.

In questo quadro giuridico, appare ancora più grave quanto denunciato da Christian Durso. In data 9 ottobre, l’attivista ha inviato una formale diffida a Rete Ferroviaria Italiana (RFI) segnalando l’inaccessibilità delle stazioni ferroviarie di Centola e Pisciotta, due infrastrutture essenziali per la mobilità dei cittadini e per lo sviluppo economico e turistico del territorio. A distanza di oltre un mese, RFI non ha fornito alcun riscontro formale, configurando una condotta omissiva che appare in contrasto con i doveri di trasparenza e corretto andamento della Pubblica Amministrazione sanciti dall’articolo 97 della Costituzione.

Parallelamente, Durso ha scritto alla Prefettura di Salerno e agli uffici competenti, ribadendo come la responsabilità primaria in ordine alla sicurezza, alla manutenzione e all’adeguamento infrastrutturale delle stazioni ricada proprio su Rete Ferroviaria Italiana. Nonostante tali sollecitazioni, non risulta giunta alcuna risposta istituzionale chiara e verificabile.

In questo contesto, assume particolare significato l’iniziativa del Comune di Pisciotta, che ha ritenuto di condividere formalmente la segnalazione dell’attivista e di interpellare direttamente RFI, riconoscendo la fondatezza delle criticità evidenziate. Si auspica che anche il Comune di Centola e la Prefettura di Salerno vogliano esercitare pienamente il proprio ruolo di tutela e di garanzia, contribuendo ad interrompere una situazione che rischia di diventare una forma strutturale di discriminazione indiretta.

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani richiama inoltre i principi sanciti dalla Legge n. 67 del 2006, che vieta ogni forma di discriminazione fondata sulla disabilità, anche quando si manifesti attraverso condotte omissive o il mancato adeguamento dei servizi pubblici. La mancata accessibilità delle stazioni e il protrarsi del silenzio da parte dei soggetti responsabili non possono essere considerati neutri: essi producono effetti discriminatori concreti nella vita quotidiana delle persone.

RFI, in qualità di gestore dell’infrastruttura ferroviaria nazionale, è chiamata non solo a garantire la funzionalità tecnica delle stazioni, ma anche il rispetto dei diritti fondamentali degli utenti, secondo un principio di responsabilità sociale che le norme europee e nazionali impongono ai concessionari di servizi pubblici essenziali.

Il diritto alla mobilità non può essere subordinato a logiche di bilancio, a priorità differite o a silenzi amministrativi. La mancanza di risposte e di interventi concreti non è solo un problema tecnico, ma una questione di legalità costituzionale e di dignità della persona.

Il CNDDU ritiene indispensabile che le istituzioni interessate rendano pubblici gli atti, i piani di intervento, i tempi di realizzazione e le risorse destinate all’abbattimento delle barriere architettoniche nelle stazioni ferroviarie del Cilento, affinché la cittadinanza possa esercitare un controllo democratico sull’operato dei soggetti responsabili.

Continuare a ignorare queste segnalazioni significa accettare che una parte della popolazione sia relegata ai margini della vita sociale. Una democrazia matura non può tollerare simili contraddizioni.

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani continuerà a sostenere con determinazione le istanze avanzate da Christian Durso e da tutti coloro che rivendicano, legittimamente, il rispetto dei diritti delle persone con disabilità, finché la piena accessibilità delle infrastrutture pubbliche non sarà garantita.

prof. Romano Pesavento, presidente CNDDU

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