Cyberbullismo, genitori responsabili: la Corte d’Appello conferma
La Corte d’Appello di Campobasso conferma la responsabilità dei genitori per cyberbullismo: risarcimento danni per un video offensivo pubblicato su YouTube.


La Corte d’Appello di Campobasso, con una sentenza depositata il 25 agosto 2023, ha ribadito un principio fondamentale in tema di responsabilità dei genitori per gli illeciti commessi dai figli minorenni online. Il caso riguarda un undicenne del Molise che aveva pubblicato su YouTube un video offensivo ai danni di un coetaneo, corredato dalla scritta “bambino handicappato”. Il gesto, qualificabile come episodio di cyberbullismo, ha portato a un giudizio civile con richiesta di risarcimento danni da parte della famiglia della vittima.
Cyberbullismo: la vicenda e le richieste di risarcimento
Il filmato, diffuso tramite l’account YouTube del minore, ritraeva un compagno di scuola durante il trasporto scolastico. I genitori del ragazzo offeso hanno denunciato l’episodio, chiedendo il ristoro sia per danno patrimoniale (spese sostenute per cure e supporto) sia per danno non patrimoniale (sofferenza psicologica e morale).
In primo grado i giudici avevano riconosciuto entrambe le voci di danno. L’appello dei genitori dell’autore del video ha portato a una revisione parziale della decisione, senza però escludere la responsabilità familiare.
La valutazione della Corte: culpa in educando e in vigilando
La Corte d’Appello ha confermato la responsabilità dei genitori ai sensi dell’art. 2048 del Codice Civile, che disciplina il dovere di educazione e vigilanza sui figli minorenni.
Secondo i giudici, consegnare a un minore strumenti digitali come smartphone e accesso ai social network implica l’obbligo di una formazione adeguata sui rischi online e sulle conseguenze della condivisione impropria di contenuti.
Le prove presentate dalla difesa non hanno dimostrato l’adozione di misure preventive concrete: mancavano restrizioni sull’uso del telefono e controlli sull’attività digitale del ragazzo. Inoltre, la contestazione parziale della ricostruzione dei fatti e la mancata smentita tempestiva hanno rafforzato la presunzione di responsabilità genitoriale.
Cyberbullismo: il risarcimento stabilito dalla sentenza
La Corte ha rideterminato l’ammontare del danno patrimoniale in 1.305,81 euro, somma corrispondente alle spese documentate per il sostegno psicologico fornito alla vittima.
Per quanto riguarda il danno non patrimoniale, i giudici hanno confermato la cifra di 7.950,02 euro, in considerazione del disturbo post-traumatico diagnosticato dal consulente tecnico. È stato inoltre ribadito che l’esistenza di fragilità pregresse nella vittima non attenua la responsabilità degli autori, ma anzi ne amplifica le conseguenze.
Principi giuridici e implicazioni educative
La decisione della Corte di Campobasso richiama un orientamento ormai consolidato: i genitori rispondono civilmente dei danni causati dai figli quando non dimostrano di aver adempiuto agli obblighi di educazione e vigilanza.
In particolare, l’uso di smartphone, social network e piattaforme di condivisione online richiede una specifica educazione digitale. I giudici hanno sottolineato che la diffusione di tali strumenti tra i giovani non riduce i doveri familiari: la precoce autonomia tecnologica non esonera i genitori dalle proprie responsabilità.