Il sistema scolastico italiano ha visto la fusione di circa 1.000 istituti in un decennio a causa del calo demografico. Il dimensionamento scolastico ha portato alla creazione di scuole più grandi, ma il sindacato Anief critica la gestione dei fondi del PNRR, che potevano finanziare soluzioni alternative.
Il fenomeno del dimensionamento scolastico
Negli ultimi anni, la denatalità ha inciso profondamente sull’organizzazione della rete scolastica nazionale. Dati ministeriali recenti evidenziano come circa 1.000 scuole abbiano perso la propria dirigenza e autonomia per essere fuse con altri istituti. Questo processo è il risultato diretto non solo della diminuzione degli studenti, ma anche delle normative che hanno innalzato il numero minimo di iscritti necessario per garantire l’autonomia di un istituto, portando a una progressiva centralizzazione.
L’analisi dei dati, che copre il periodo fino all’anno scolastico 2023/24, mostra una contrazione della popolazione scolastica in tutta Italia. Il calo demografico ha avuto effetti particolarmente marcati nel Mezzogiorno e nelle Isole, dove si registrano perdite di alunni superiori al 14-16%. Anche le regioni del Nord, sebbene con numeri più stabili, mostrano un’erosione costante, con una flessione che si attesta tra l’8% e il 10% degli iscritti.
La critica del sindacato Anief
Di fronte a questo scenario, il sindacato Anief ha espresso forti perplessità sulla strategia adottata, sostenendo che i fondi del PNRR avrebbero dovuto essere impiegati con maggiore flessibilità. Secondo il presidente Marcello Pacifico, invece di procedere unicamente con gli accorpamenti, sarebbe stato preferibile investire in un organico aggiuntivo, modulato sulle reali esigenze territoriali, e procedere con assunzioni stabili per coprire tutti i posti vacanti e disponibili.
Anief sottolinea che il mancato raggiungimento degli obiettivi del PNRR potrebbe dipendere anche da altre criticità irrisolte. Tra le proposte avanzate vi sono una riforma del reclutamento con l’estensione del doppio canale per le graduatorie provinciali (GPS), l’immissione in ruolo di tutti gli idonei dei concorsi e l’abolizione dei vincoli sulla mobilità del personale. Queste misure, secondo il sindacato, sono essenziali per migliorare l’efficienza del sistema e garantire la continuità didattica.
Una riforma necessaria
Il dimensionamento scolastico ha ridisegnato la mappa delle scuole italiane in risposta al calo degli alunni. Tuttavia, emergono con forza le richieste di una riforma strutturale che punti sull’incremento del personale e su un utilizzo più strategico dei fondi disponibili per sostenere il sistema.
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