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DL 45/2025, paritarie: stretta sui diplomifici per la salvaguardia delle scuole d’eccellenza

Il DL 45/2025 introduce una stretta sui diplomifici per garantire una scuola più equa, ma propone la sfida di tutelare le scuole paritarie virtuose.

A un mese dalla pubblicazione del DL 45/2025, la riforma sta già incidendo sul dibattito sull’istruzione italiana. Il provvedimento punta a contrastare i cosiddetti diplomifici, istituti che offrono scorciatoie per ottenere titoli di studio, spesso senza un reale percorso formativo, ma solleva anche interrogativi sulla tutela delle scuole paritarie virtuose.

DL 45/2025: controlli più severi per arginare il fenomeno dei diplomifici

Il DL 45/2025 introduce misure precise: limita a una sola classe terminale collaterale per indirizzo nelle scuole paritarie, rafforza i controlli sugli esami di idoneità e rende obbligatorio il protocollo informatico anche per queste realtà, promuovendone la trasparenza e la digitalizzazione. Secondo le inchieste di Repubblica e Tuttoscuola, i diplomifici, soprattutto al Sud, rilasciavano centinaia di diplomi con frequenze minime e percorsi opachi. Questi interventi puntano quindi a ristabilire la fiducia nel sistema educativo e a garantire pari opportunità per tutti gli studenti.

Scuole paritarie: eccellenze da salvaguardare

Non tutte le scuole paritarie, però, rientrano nelle distorsioni del sistema. Come sottolineato da Giuseppe Favilla, segretario generale della Fensir, esistono istituti di eccellenza, spesso gestiti da enti religiosi o cooperative, che garantiscono qualità, inclusione e personalizzazione della didattica. In molte zone, soprattutto nei piccoli centri, rappresentano l’unica offerta formativa accessibile. Il rischio di una regolamentazione troppo rigida è di penalizzare proprio queste realtà virtuose, soffocandole con vincoli burocratici e trattandole alla stregua delle scuole deviate.

La sfida della vera parità scolastica

Il decreto riporta al centro il tema della parità scolastica, prevista dalla legge 62/2000 ma mai pienamente realizzata. Le scuole paritarie, pur facendo parte del sistema nazionale, restano spesso inaccessibili a molte famiglie per motivi economici, mentre i docenti che vi operano non vedono riconosciuta per intero la carriera maturata in caso di passaggio al sistema statale. Favilla sottolinea l’iniquità di queste norme e chiede un intervento per garantire equità e giustizia. La lotta ai diplomifici è quindi solo il primo passo: servono riforme strutturali per sostenere chi lavora con serietà e per rendere l’istruzione davvero inclusiva e democratica.

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