Docente ha rapporti troppo personali con gli studenti, Cassazione: 'Legittimo il licenziamento'

La Cassazione conferma il licenziamento del docente che instaura relazioni personali con gli alunni, tutelando l'ambiente scolastico

A cura di Scuolalink Scuolalink
14 novembre 2025 21:00
Docente ha rapporti troppo personali con gli studenti, Cassazione: 'Legittimo il licenziamento' - Corte di Cassazione
Corte di Cassazione
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La Corte di Cassazione ha recentemente emesso una sentenza cruciale riguardante il mondo della scuola e i limiti comportamentali del personale. Con la sentenza n. 28886 del 2025, i giudici hanno confermato il licenziamento docente per aver intrattenuto rapporti troppo personali con una propria alunna. La decisione mira a preservare la correttezza professionale e l'autorevolezza dell'istituzione, ribadendo che il ruolo dell'insegnante non deve mai essere confuso con quello di un confidente privato.

Il caso e le motivazioni del licenziamento docente

La Corte di Cassazione, attraverso la sentenza n. 28886 del 2025, ha stabilito in modo definitivo che il docente non deve mai agire come un confidente personale, specialmente nei confronti dei propri studenti minorenni. I giudici hanno confermato la piena legittimità del licenziamento di un professore accusato di aver instaurato con una giovane incontri privati e scambi confidenziali ritenuti non consoni al ruolo educativo ricoperto. Anche se la difesa ha parlato di intenti pedagogici, la Corte ha ritenuto che tali azioni rappresentino una violazione dei doveri tale da giustificare il provvedimento disciplinare massimo previsto dalla normativa. L'instaurazione di un legame affettivo o troppo confidenziale compromette irrimediabilmente l'equilibrio educativo necessario e la stessa credibilità dell'istituzione scolastica pubblica.

La percezione del comportamento e il ruolo istituzionale

La Corte ha chiarito che non serve dimostrare un danno concreto o la perdita di fiducia delle famiglie, bastando che la condotta generi il sospetto di eccessiva complicità con l'alunno all'interno della classe. Il docente deve rimanere un punto di riferimento autorevole e non può trasformarsi in una figura ambigua, capace di creare disagio nell'ambiente scolastico o pericolosi malintesi tra gli studenti e le famiglie. Sebbene l'insegnante abbia sostenuto di essere stato frainteso nelle sue intenzioni, i magistrati hanno sottolineato che in questo ambito contano i fatti oggettivi molto più delle motivazioni interiori soggettive. La priorità resta quella di evitare qualsiasi situazione che possa apparire torbida, poiché la percezione esterna di un rapporto privilegiato mina la serenità della classe e della scuola intera.

I confini professionali a tutela della scuola

L'obiettivo primario della sentenza è proteggere la reputazione dell'istituzione, assicurando che l'insegnamento si basi sempre su imparzialità, autorevolezza e rispetto dei ruoli reciproci tra cattedra e banchi. Per i giudici è essenziale che ogni professore mantenga confini professionali netti, evitando di trasformare il rapporto educativo in una relazione personale o affettivo-emotiva che esula dai compiti didattici. In quest'ottica il licenziamento non è una misura eccessiva, ma una risposta proporzionata a comportamenti che hanno distrutto la credibilità della funzione docente e l'immagine della scuola. La decisione ribadisce un concetto fondamentale per il sistema scolastico: il confine tra vicinanza umana e confidenza personale non deve mai essere superato per garantire la piena tutela degli alunni.

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