Docenti allo stremo, Sinalp Sicilia: allarme burnout e pensione a 67 anni
Sinalp Sicilia lancia l'allarme sulla condizione dei docenti: tra burnout e burocrazia, la pensione a 67 anni è ormai insostenibile.
La situazione professionale dei docenti italiani è sempre più critica e strutturalmente compromessa. Sinalp Sicilia denuncia un quadro allarmante, caratterizzato da livelli di stress insostenibili e carichi di lavoro eccessivi. La sindrome da burnout colpisce un numero crescente di insegnanti, ormai schiacciati dalla burocrazia e dalla progressiva perdita di rispetto sociale. È urgente riconoscere la professione come lavoro usurante per non compromettere definitivamente la qualità del sistema educativo nazionale.
L'emergenza burnout per i docenti e il personale
Il quadro tracciato da Sinalp Sicilia appare drammatico e privo di appello. Il segretario Andrea Monteleone e il delegato Giuseppe Lombardo evidenziano come il benessere psicofisico della categoria sia ai minimi storici. Non si tratta di semplice stanchezza, ma di una vera emergenza educativa che mina le basi della scuola. La sindrome da burnout si manifesta ormai quotidianamente con esaurimento emotivo e senso di impotenza, alimentata da classi complesse e incombenze che esulano dalla didattica. Gli insegnanti devono gestire mediazioni sociali senza strumenti, sentendosi abbandonati dalle istituzioni nel loro difficile compito.
Pensione a 67 anni e perdita di autorevolezza
Un punto critico sollevato dal sindacato riguarda l'età pensionabile. Mantenere in servizio i lavoratori della scuola fino a 67 anni è ritenuto inconciliabile con i ritmi odierni. Questa forzatura ignora la realtà delle aule e causa spesso assenze per malattia o gravi disagi psicologici dovuti all'età avanzata. A ciò si somma la delegittimazione del ruolo: l'insegnante subisce una costante perdita di prestigio sociale, diventando bersaglio di contestazioni pretestuose. La scuola viene spesso percepita come un servizio al cliente, dove la mancanza di rispetto e le aggressioni verbali minano la serenità necessaria per l'apprendimento.
Le richieste urgenti per tutelare la scuola
Per invertire questa rotta autodistruttiva, Sinalp chiede l'attuazione di misure immediate. È fondamentale il riconoscimento della professione come lavoro usurante, permettendo un’uscita anticipata dal servizio per chi è in aula da decenni. Serve inoltre una drastica riduzione della burocrazia che oggi soffoca il tempo da dedicare alla didattica e agli alunni. Il sindacato propone un piano nazionale di supporto psicologico strutturato e non lasciato al caso. La scuola non è un’azienda, ma un presidio culturale: la dignità dei lavoratori va tutelata per garantire una crescita sana alle nuove generazioni e un futuro solido al Paese.