Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani lancia un allarme sulla grave crisi economica che affligge migliaia di insegnanti fuorisede in Italia. In particolare, i docenti della classe di concorso A046 (Scienze giuridico-economiche) sono costretti a fronteggiare un costo della vita proibitivo in città lontane dalle proprie famiglie, con stipendi che non consentono di raggiungere la fine del mese. Questa situazione, aggravata dalla solitudine e dalla mancanza di un’adeguata rete di supporto, mina la dignità professionale e personale di chi ha il compito fondamentale di formare i futuri cittadini. La denuncia si basa su dati concreti che evidenziano una realtà di precarietà insostenibile.
Emergenza stipendi per i docenti fuorisede
La situazione economica per i docenti fuorisede è diventata critica. Con stipendi netti che per i neoimmessi si attestano tra i 1.400 e i 1.600 euro, coprire le spese mensili è una vera impresa. Secondo dati ISTAT 2025, vivere da soli comporta una spesa media di 1.972 euro, un importo nettamente superiore alle retribuzioni iniziali. Questa disparità crea un disagio economico profondo, rendendo la professione docente una scelta quasi insostenibile per chi non ha altre fonti di reddito o un supporto familiare vicino.
L’impatto del costo della vita per gli insegnanti fuorisede
Le spese fisse rappresentano il principale ostacolo per la stabilità finanziaria degli insegnanti. Un affitto per una stanza singola a Milano o Roma può superare i 600 euro, a cui si aggiungono bollette per oltre 150 euro. La spesa alimentare, secondo Coldiretti, è del 53% più alta per un single. Aggiungendo i costi dei trasporti, che possono raggiungere i 300 euro, il totale mensile erode completamente lo stipendio, evidenziando l’urgenza di un adeguamento al costo della vita reale del 2025.
La condizione della classe A046
I docenti della classe di concorso A046 sono particolarmente penalizzati. Essendo fondamentali per l’educazione alla cittadinanza e ai diritti umani, si trovano spesso bloccati in sedi lontane per anni, esclusi da meccanismi di trasferimento efficaci. Questa permanenza forzata lontano dalla propria residenza si traduce in una forte precarietà emotiva e psicologica, che incide negativamente sul benessere del docente e, di conseguenza, sulla qualità dell’insegnamento offerto agli studenti.
Le richieste alle istituzioni
Il Coordinamento Docenti chiede interventi urgenti per garantire dignità alla professione. Si sollecitano politiche abitative mirate, come detrazioni sull’affitto e bonus trasporti. È richiesta un’assegnazione interprovinciale più agevole per chi vive da anni lontano da casa e un adeguamento degli stipendi docenti. È fondamentale che la politica riconosca il disagio sociale di questi professionisti, assicurando giustizia e supporto a chi educa le nuove generazioni del Paese.
Il comunicato CNDDU
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