Docenti precari: il Decreto PNRR Scuola, una soluzione o un affronto?

Un'analisi critica del decreto PNRR Scuola e del DDL 1445, che affronta la questione dei docenti precari in Italia. Dettagli sulle nuove normative.

11 giugno 2025 10:24
Docenti precari: il Decreto PNRR Scuola, una soluzione o un affronto? - Scuola Lavoro e Libertà
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Il mondo della Scuola italiana è stato scosso dalla recente conversione in legge del decreto-legge 7 aprile 2025 n. 45, noto come decreto PNRR Scuola, tramite il DDL di conversione 1445. Questo provvedimento ha riacceso il dibattito sui docenti precari, una problematica endemica che affligge il settore dell'istruzione e della cultura da decenni. L'analisi della nuova norma secondo %C3%A0-61555474419098/">Scuola Lavoro e Liberà.

Presente 58 volte la parola 'Precari' nel DDL: ma nel concreto?

La frequente menzione della parola "precari" – ben 58 volte nel testo del DDL, utilizzata sia dalla maggioranza che dall'opposizione – sottolinea l'urgenza e la gravità di una questione che, ancora una volta, sembra essere stata affrontata con soluzioni che sollevano più interrogativi che risposte. L'attenzione si è concentrata sulla presunta risoluzione del problema, ma l'analisi del DDL ha rivelato un approccio che, per molti, non solo non risolve il dramma che attanaglia generazioni di docenti, ma sembra addirittura volerlo aggirare in maniera controversa. La comunità scolastica, in particolare il movimento Scuola Lavoro e Libertà, ha espresso profondo sgomento e indignazione, denunciando un presunto tentativo di "eliminazione" dei precari stessi attraverso nuove normative che minerebbero la stabilità e la dignità di chi, da anni, regge sulle proprie spalle il peso dell'istruzione pubblica italiana.

Le nuove norme e le promesse mancate per i docenti precari

Il DDL 1445, convertito in legge, introduce nuove modalità di reclutamento che, a detta di molti, non offrono soluzioni concrete né per gli idonei dei concorsi pregressi né per i nuovi abilitati. Le misure proposte, come il 30% dei posti banditi a valle delle assunzioni da concorso e le graduatorie regionali, sono considerate "fumose e aleatorie", in quanto vantaggiose solo per ristrettissime zone, prevalentemente nel Nord Italia e in specifiche classi di concorso. Una frase in particolare ha scatenato la polemica: "...favorendo l’immissione in ruolo di soggetti provenienti dal nuovo percorso di specializzazione e dal superamento del concorso in luogo dell’utilizzo, peraltro a tempo determinato, di altri soggetti in possesso di una mera anzianità di servizio da precario". Questa formulazione è stata percepita come un grave affronto nei confronti di migliaia di insegnanti precari che, con anni di esperienza e dedizione, hanno garantito la continuità didattica nelle scuole italiane.

Precari: pilastri della scuola italiana

Coloro che il DDL definisce "soggetti in possesso di una mera anzianità di servizio da precario" sono in realtà docenti rispettabili e stimati, veri e propri pilastri della Scuola Pubblica Italiana. Molti di loro hanno un'anzianità di servizio che supera i 5, 10 o persino più anni, durante i quali hanno contribuito in maniera fondamentale alla formazione di generazioni di studenti. Questi insegnanti godono della stima dei loro alunni e delle loro famiglie, dei colleghi in ruolo e dei dirigenti scolastici. Il movimento Scuola Lavoro e Libertà ha denunciato questa visione come "aberrante" e una profonda mancanza di rispetto, chiedendosi secondo quale criterio di giustizia sociale o di riconoscimento della dignità umana questi docenti dovrebbero subire un'epurazione. La questione etica e i diritti dei lavoratori sono al centro di questa critica, richiamando l'articolo 23 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani che, ironicamente, è citato anche sul sito del Senato.

Le incoerenze politiche e il futuro incerto

Le critiche al DDL non si fermano solo al merito delle nuove disposizioni, ma toccano anche le presunte incoerenze delle forze politiche attuali. Ci si interroga su come le stesse forze che fino a settembre 2022 promuovevano slogan come "No al concorsone, sì alla stabilizzazione" possano oggi imporre l'eliminazione di una categoria generazionale di lavoratori. Il concorso Straordinario Bis, definito "l'unico concorso che non è stato modificato dopo il bando" e che si dice non abbia generato idonei, e la situazione degli idonei del concorso PNRR1, a cui era stata promessa una soluzione, sono altri punti dolenti. La percezione è che le promesse siano state disattese e che le misure adottate siano solo "fumo negli occhi", utili a nascondere una realtà in cui la stabilizzazione per molti rimane un miraggio. La proposta del "doppio canale di reclutamento", sventolata in passato come possibile soluzione, sembra essere finita anch'essa nel dimenticatoio, lasciando un senso di profonda delusione tra i docenti precari.

Appello alla mobilitazione per la giustizia

Il movimento Scuola Lavoro e Libertà esprime il proprio dissenso verso le "pseudo-soluzioni" approvate dalla maggioranza e rivolge un appello alle forze sindacali e politiche affinché si oppongano fermamente a questo provvedimento. L'obiettivo è restituire rispetto e giustizia a tutti i docenti precari storici, e rivedere le decisioni che hanno leso gli idonei del Concorso PNRR1 e del Concorso Straordinario BIS. La battaglia per i diritti e la dignità dei lavoratori della scuola continua, con la speranza di un ripensamento che porti a soluzioni più eque e sostenibili per l'intero sistema scolastico italiano.

Comunicato stampa

Comunicato decreto PNRR scuola Scuola Lavoro e Libertà

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