Educazione sessuale: per SGS il vuoto normativo è colmato da Internet e dai tabù
La mancanza di educazione sessuale nelle scuole italiane spinge i giovani verso Internet e la disinformazione, alimentando i tabù.
L'educazione sessuale in Italia è un'emergenza. Nonostante la richiesta di studenti e genitori, l'assenza di programmi scolastici lascia i giovani soli. Questo vuoto è pericoloso, perché spinge i ragazzi a cercare risposte online, spesso su siti inadeguati.
Educazione sessuale, SGS: il vuoto istituzionale lascia spazio a Internet e tabù
L’educazione sessuale in Italia rimane un argomento controverso e spesso trascurato, nonostante i dati evidenzino una necessità urgente di intervento. Secondo recenti statistiche, il 90% degli studenti desidera programmi di educazione sessuale nelle scuole, supportati dall’80% dei genitori. Tuttavia, quasi la metà dei giovani non affronta il tema in famiglia, spesso per imbarazzo o perché considerato un tabù.
In assenza di dialogo, oltre il 53% dei ragazzi cerca risposte su Internet, trovandosi frequentemente su siti pornografici, che offrono una visione distorta e poco educativa della sessualità. Questo fenomeno riflette un vuoto istituzionale che persiste da decenni.
La storia dell’educazione sessuale in Italia è segnata da timidezze e polemiche: dalle prime iniziative legate ai consultori familiari negli anni ’70 alla paura dell’HIV negli anni ’80, fino ai tentativi sporadici di introdurre il tema nelle scuole. Ostacoli ideologici e resistenze culturali hanno spesso relegato l’argomento a un margine, lasciando i giovani senza strumenti adeguati per comprendere la propria sessualità in modo sano e consapevole.
Oggi, nel XXI secolo, il dibattito continua a essere bloccato da visioni conservatrici e da un “oscurantismo” che penalizza la prevenzione e l’autonomia scolastica. Mentre le istituzioni discutono, i ragazzi rimangono soli, affidandosi a fonti non sempre affidabili.