Emergenza bullismo in Veneto: l’allarme del CNDDU
I dati della Piattaforma Elisa evidenziano una grave crescita del bullismo in Veneto, richiedendo un nuovo modello educativo nazionale.
I dati sul bullismo nelle scuole venete rivelano una realtà allarmante. Il CNDDU chiede una riforma strutturale al Ministro Valditara per promuovere i diritti umani e colmare il divario tra percezione adulta e vissuto degli studenti, rendendo la prevenzione un pilastro educativo.
Bullismo nelle scuole venete: l’allarme dei dati e la necessità di un nuovo modello educativo nazionale. Proposto al Ministro Valditara un curricolo strutturale di prevenzione e cittadinanza
Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani accoglie con forte preoccupazione i dati diffusi dal monitoraggio della Piattaforma Elisa sul fenomeno del bullismo nelle scuole venete, che restituiscono un quadro ben più grave di quanto comunemente percepito. Le percentuali emerse non rappresentano soltanto un’indicazione statistica, ma delineano una condizione strutturale di disagio che interroga in profondità il sistema educativo, le sue responsabilità e la sua capacità di leggere i bisogni reali delle nuove generazioni.
Il dato più allarmante non è soltanto l’elevata incidenza degli episodi di bullismo e cyberbullismo, ma lo scarto evidente tra la percezione degli adulti e l’esperienza quotidiana degli studenti. Tale divario rivela una fragilità culturale prima ancora che organizzativa: la scuola si percepisce come luogo sicuro, mentre una parte significativa degli alunni dichiara di non sentirsi tutelata, ascoltata o compresa. È in questo spazio di incomprensione che si annidano le dinamiche della sopraffazione, dell’isolamento e della violenza simbolica e reale.
Particolarmente inquietante è il carattere discriminatorio che connota molti episodi: l’origine etnica, l’orientamento sessuale, la condizione di disabilità continuano a costituire fattori di vulnerabilità. Ciò dimostra come l’educazione al rispetto dei diritti fondamentali non possa essere relegata a interventi episodici o a progetti marginali, ma debba assumere una centralità sistemica nel curricolo scolastico. La tutela della dignità umana, principio fondante della nostra Costituzione, non può restare un enunciato astratto: deve tradursi in competenze civiche, relazionali ed emotive solide e misurabili.
Il Coordinamento ritiene inoltre che il dato relativo alla scarsa conoscenza della figura del docente referente per il bullismo sia il sintomo di una strategia che, pur formalmente prevista, non è ancora riuscita a radicarsi nella quotidianità scolastica. La prevenzione non può essere affidata a ruoli isolati o a interventi emergenziali, ma deve poggiare su una visione organica, fondata su continuità educativa, formazione scientificamente fondata e responsabilità condivisa.
In questa prospettiva, il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani rivolge un appello diretto al Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, affinché si promuova l’adozione di un modello innovativo e strutturale di prevenzione del bullismo, fondato su evidenze scientifiche e su un approccio pedagogico integrato. Si propone l’istituzione di un curricolo nazionale permanente di Educazione ai Diritti Umani, alla cittadinanza digitale e alla gestione dei conflitti, articolato in modo progressivo nei diversi gradi di istruzione e supportato da strumenti di monitoraggio qualitativo e quantitativo.
Tale percorso dovrebbe prevedere una formazione obbligatoria e certificata per i docenti, basata su contributi interdisciplinari provenienti dalla pedagogia, dalla psicologia dello sviluppo, dal diritto e dalle scienze sociali, nonché l’introduzione di spazi strutturati di ascolto attivo per gli studenti, in grado di intercettare precocemente il disagio. Solo attraverso un approccio scientificamente fondato, continuativo e valutabile sarà possibile superare la logica dell’intervento tardivo e costruire una reale cultura della prevenzione.
Il bullismo non è una devianza marginale, ma un indicatore sensibile della qualità democratica di una comunità scolastica. Contrastarlo significa investire nel futuro civile del Paese. La scuola, se adeguatamente sostenuta, può e deve tornare a essere il primo presidio di legalità, inclusione e tutela dei diritti fondamentali.
prof. Romano Pesavento, presidente CNDDU