Lotta al bullismo: la strategia del CNDDU dopo la tragedia di Latina

Dopo la tragedia di Latina, il CNDDU chiede nuovi interventi e una riforma nazionale per contrastare il bullismo nelle scuole italiane.

A cura di Scuolalink Scuolalink
29 dicembre 2025 12:30
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La drammatica vicenda del giovane Paolo Mendico a Latina riaccende il dibattito sul bullismo e sulle gravi carenze del sistema scolastico. È fondamentale promuovere una prevenzione attiva e investire nella formazione dei docenti per evitare che simili tragedie possano ripetersi in futuro.

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Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani esprime profondo dolore e sincera partecipazione per la tragica morte di Paolo Mendico, il quattordicenne di Santi Cosma e Damiano che ha perso la vita alla vigilia dell’inizio dell’anno scolastico. Le risultanze dell’ispezione ministeriale, rese note dalla stampa, impongono una riflessione ampia, seria e non più rinviabile sul ruolo della scuola nella prevenzione del disagio giovanile e nel contrasto ai fenomeni del bullismo e del cyberbullismo.

Le valutazioni contenute nella relazione, che richiamano esplicitamente “condotte omissive” e una mancata presa in carico adeguata, pongono interrogativi profondi sul funzionamento dei meccanismi di tutela all’interno delle istituzioni scolastiche. Non si tratta di individuare responsabilità individuali, ma di interrogarsi sulla capacità del sistema educativo di riconoscere per tempo i segnali di sofferenza e di intervenire in modo efficace, coordinato e competente.

Il bullismo, oggi più che mai, assume forme complesse e spesso silenziose. Non sempre si manifesta attraverso episodi eclatanti o ripetuti nel tempo, ma può insinuarsi nei rapporti quotidiani, nei silenzi, nelle esclusioni, nei comportamenti svalutanti che minano lentamente l’equilibrio emotivo degli studenti. A questo si aggiunge il cyberbullismo, che amplifica il dolore e lo rende continuo, senza confini temporali o spaziali, esponendo le vittime a una pressione costante e spesso invisibile agli adulti.

In questo scenario, la scuola è chiamata a svolgere un ruolo decisivo. Non può limitarsi a intervenire quando il disagio è già esploso, ma deve diventare luogo di prevenzione attiva, di ascolto autentico, di educazione alle relazioni e al rispetto. La tutela degli studenti non può essere affidata solo a procedure formali o a interventi occasionali: richiede una visione educativa profonda, una formazione continua del personale e una reale assunzione di responsabilità collettiva.

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani rivolge un appello diretto al Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, affinché da questa dolorosa vicenda nasca un impegno concreto e innovativo nel contrasto al bullismo e al cyberbullismo. È necessario promuovere azioni strutturali che vadano oltre l’emergenza, investendo su percorsi formativi obbligatori per docenti e dirigenti, sul potenziamento delle figure di supporto psicopedagogico, sull’introduzione di strumenti educativi capaci di intercettare precocemente il disagio e di favorire una reale cultura della prevenzione.

Occorre inoltre rafforzare il valore dell’educazione ai diritti civili come asse portante della scuola italiana, affinché ogni studente impari non solo a conoscere le regole, ma a riconoscere il valore della dignità propria e altrui, del rispetto, della solidarietà e della responsabilità reciproca. Solo attraverso un’azione educativa sistemica sarà possibile contrastare efficacemente fenomeni che affondano le radici nella solitudine, nell’emarginazione e nella mancanza di ascolto.

La tragedia di Paolo interpella tutti. Non può essere archiviata come un evento imprevedibile né ridotta a una somma di errori. Essa chiama la scuola, le istituzioni e la società intera a un’assunzione di responsabilità consapevole e coraggiosa. Ogni studente ha diritto a sentirsi protetto, accolto e riconosciuto. Ogni scuola ha il dovere di essere un luogo sicuro, non solo sul piano fisico, ma anche su quello emotivo e relazionale.

Nel ricordare Paolo, il CNDDU ribadisce con forza che la prevenzione non è un atto formale, ma una scelta quotidiana che richiede visione, competenza e umanità. Solo così la scuola potrà tornare a essere davvero un presidio di vita, di crescita e di speranza.

prof. Romano Pesavento, presidente CNDDU

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