GPS 2026: nodo aperto sui punteggi delle certificazioni informatiche

GPS 2026: al via l'Ordinanza per il biennio, ma il punteggio delle certificazioni digitali rischia di creare una forte disparità.

19 novembre 2025 12:00
GPS 2026: nodo aperto sui punteggi delle certificazioni informatiche - GPS 2026 - 2028
GPS 2026 - 2028
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Il Ministero dell'Istruzione e del Merito (MIM) è prossimo a definire l'Ordinanza relativa alle GPS 2026 (Graduatorie Provinciali per le Supplenze) per il prossimo biennio, chiudendo il confronto politico e tecnico con i sindacati della scuola. L'attenzione è focalizzata sui criteri di valutazione delle certificazioni di competenze informatiche e digitali. Attualmente, l'ipotesi di lavoro del Ministero prevede un mantenimento del punteggio massimo complessivo di 2 punti per tali certificazioni, ma il rischio è quello di creare una sperequazione tra i titoli conseguiti in passato e quelli più recenti e sottoposti a rigidi controlli di qualità. In particolare, si teme che l'attribuzione di un punteggio inferiore ai nuovi titoli, che offrono maggiori garanzie di serietà, possa penalizzare i docenti che oggi dimostrano le loro competenze digitali aggiornate. La revisione delle GPS 2026 rappresenta dunque un momento cruciale per valorizzare adeguatamente le nuove competenze richieste al personale docente nell'era digitale.

Certificazioni digitali: il nodo del riconoscimento dei punteggi

Il confronto tra il Ministero e le organizzazioni sindacali è cruciale per stabilire i punteggi da attribuire ai titoli relativi alle competenze informatiche e digitali, elemento di fondamentale importanza nel contesto attuale. L'impostazione presentata dal MIM manterrebbe per queste qualifiche un tetto massimo di 2 punti complessivi, ma le prime indiscrezioni sui criteri di ripartizione hanno sollevato non poche perplessità riguardo al rischio di una disparità di trattamento.

Attualmente, le certificazioni sulle competenze digitali più rilevanti sono quelle relative ai framework europei DigComp 2.2 (destinate a tutti i cittadini, inclusi docenti e personale ATA) e DigCompEDU (specifiche per gli educatori e gli insegnanti). La proposta iniziale che sembrerebbe circolare attribuisce 0,5 punti alla certificazione DigComp 2.2 e 1 punto a quella DigCompEDU, determinando un massimo di 1,5 punti per chi ottiene i nuovi titoli, contro i 2 punti che potrebbero essere mantenuti per certificazioni acquisite in passato, talvolta anche anni addietro e con standard di controllo meno rigorosi. È evidente che una tale sproporzione nella valutazione, premiando maggiormente titoli meno recenti o meno verificabili, rischia di disincentivare l'aggiornamento professionale e di penalizzare le nuove acquisizioni di competenza.

GPS 2026 e l'urgenza di premiare la qualità e la serietà

La potenziale sproporzione nei punteggi tra vecchi e nuovi titoli per le competenze digitali non solo è difficilmente giustificabile, ma ignora anche le numerose segnalazioni emerse in passato, da parte di segreterie scolastiche e commissioni di concorso, relative al possesso di qualifiche non pienamente corrispondenti alla competenza effettivamente certificata, con evidenti casi di acquisizione fraudolenta.

Non potendo intervenire retroattivamente per accertare l'attendibilità dei vecchi certificati, o ridurne il punteggio, risulta illogico in fase di revisione delle GPS 2026 attribuire punteggi inferiori o uguali alle nuove certificazioni, soprattutto se ottenute tramite enti sotto accreditamento (come Accredia) che garantiscono un processo di verifica più serio, rigoroso e controllato. L'obiettivo dovrebbe essere quello di premiare in modo significativo la nuova competenza acquisita, aumentando il punteggio complessivo per le qualifiche digitali oltre il tetto attuale di 2 punti, in modo da valorizzare al massimo l'importanza di queste abilità nel profilo del docente moderno.

Valorizzare le competenze digitali nel profilo del docente

La questione della valutazione dei titoli informatici e digitali si lega indissolubilmente all'importanza che si vuole attribuire a queste competenze digitali nel panorama educativo attuale, specialmente in un'era in cui gli strumenti tecnologici, inclusa l'intelligenza artificiale, sono sempre più integrati nella vita quotidiana e nella didattica. Le abilità in gioco non riguardano più solo conoscenze elementari, come saper utilizzare un foglio di calcolo, ma comprendono competenze fondamentali di cittadinanza digitale (dall'uso consapevole dei motori di ricerca e dell'IA alla gestione della privacy) e strumenti didattici essenziali (dalla riflessione sull'uso delle tecnologie nelle pratiche didattiche alla capacità di sviluppare le competenze digitali degli studenti).

Non è un caso che il MIM, tramite il DM 55 e 66 del PNRR, abbia stabilito che la formazione dei docenti debba fare riferimento proprio ai framework DigComp e DigCompEdu, riconoscendone l'assoluta centralità. Pertanto, la soluzione più coerente e lungimirante appare quella di innalzare il tetto massimo di 2 punti per le qualifiche informatiche/digitali e riconoscere un punteggio adeguato alle nuove certificazioni accreditate e vigilate da Accredia. Questo approccio incoraggerebbe tutti i docenti, inclusi coloro che hanno già ottenuto il massimo punteggio in passato, ad approfondire le loro competenze, puntando al nuovo massimale e creando una virtuosa "corsa alle competenze" in una situazione di parità di opportunità.

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