Intelligenza artificiale e lavoro: ecco le professioni a rischio

L'impatto dell'IA sul mercato del lavoro e come l'intelligenza artificiale sta cambiando le scelte formative per gli studenti di oggi.

01 novembre 2025 19:00
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L'intelligenza artificiale (IA) non è più una proiezione futura, ma una realtà che sta trasformando il mercato del lavoro. Diversi impieghi tradizionali sono esposti a un rischio di automazione crescente. Per chi oggi sceglie il percorso formativo, comprendere questo cambiamento è cruciale. L'evoluzione tecnologica richiede nuove competenze e una ricalibrazione delle carriere future.

Quali professioni sono esposte all'automazione

L'impatto dell'automazione colpisce in modo eterogeneo, ma alcuni settori mostrano una vulnerabilità maggiore. Le mansioni ad alta ripetitività sono le prime candidate alla sostituzione. Tra queste, figure come gli impiegati all'inserimento dati vedono il loro ruolo ridimensionato: gli algoritmi di IA possono compilare, trasferire e verificare enormi volumi di informazioni con una velocità e una precisione irraggiungibili per l'uomo. Questo processo, noto come data entry automation, libera risorse umane ma rende obsoleta la mansione manuale.

Anche il settore del telemarketing è in piena trasformazione; assistenti vocali e chatbot evoluti sono ora in grado di condurre chiamate commerciali, seguire script complessi e persino gestire obiezioni con un tono di voce sempre più naturale, operando 24 ore su 24. A questi si aggiungono gli operatori di call center per il supporto clienti di primo livello, dove le risposte a domande frequenti (FAQ) vengono ormai gestite da sistemi intelligenti.

L'impatto dell'intelligenza artificiale e lavoro su dati e servizi

La trasformazione non si ferma alle vendite o all'amministrazione base. Nel settore retail, la figura del cassiere nei supermercati sta venendo progressivamente affiancata, e in molti casi sostituita, da casse self-service e sistemi di scansione automatica. Tecnologie basate su sensori intelligenti e computer vision riconoscono i prodotti e gestiscono i pagamenti autonomamente, ottimizzando i flussi dei clienti. Anche professioni intellettuali basate su dati e procedure standardizzate sono sotto esame.

Contabili e assistenti legali svolgono compiti che l'IA può processare con efficienza: analisi di bilanci, data entry fiscale, revisione di contratti standard e ricerca di precedenti giuridici sono attività sempre più automatizzabili. Lo stesso vale per gli analisti di mercato, il cui compito di analizzare grandi set di dati per identificare trend di consumo può essere svolto da algoritmi predittivi in tempi molto più rapidi.

Orientare gli studi verso la resilienza tecnologica

Di fronte a questo scenario, l'orientamento formativo diventa strategico. Per gli studenti che oggi scelgono un percorso universitario o professionale, è fondamentale non solo seguire le proprie passioni, ma valutare la resilienza al cambiamento tecnologico. L'IA eccelle nei compiti ripetitivi e analitici, ma fatica nelle aree che richiedono competenze prettamente umane. La creatività, il pensiero critico, l'empatia e la gestione delle relazioni interpersonali diventano quindi asset fondamentali.

È consigliabile puntare su settori che integrano la tecnologia come strumento, piuttosto che subirla come sostituto. Ambiti come l'etica tecnologica, lo sviluppo supervisionato dell'IA, la formazione e la sanità (dove il rapporto umano è centrale) mostrano una crescita robusta. È essenziale, inoltre, sviluppare una mentalità di formazione continua (lifelong learning), poiché le competenze richieste dal mercato evolveranno costantemente.

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