La comunicazione in Psicologia: le frasi da non utilizzare mai, quelle che danneggiano le relazioni
Certe frasi di uso comune possono svelare scarsa empatia e rovinare i legami. Ecco come identificare le espressioni da non usare per una comunicazione sana.


Il linguaggio che usiamo definisce i nostri rapporti e le nostre relazioni. Secondo la psicologia, alcune frasi comuni possono trasmettere chiusura e freddezza, minando la fiducia. Ecco quali espressioni evitare per favorire una comunicazione più sana e costruttiva con gli altri.
Il potere nascosto delle parole: le frasi da non pronunciare
Il modo in cui comunichiamo è un pilastro delle nostre relazioni. Lo psicologo Howard Gardner, nella sua teoria sulle intelligenze multiple, sottolinea l'importanza dell'intelligenza interpersonale, ovvero la capacità di comprendere gli altri e interagire efficacemente. Spesso, senza accorgercene, utilizziamo espressioni che, pur sembrando innocue, creano barriere e danneggiano i legami. Una comunicazione efficace non si basa solo su cosa diciamo, ma anche su come lo diciamo, per costruire relazioni sane e durature.
Le espressioni di chiusura e indifferenza
Frasi come "Non è un mio problema" o "Non mi interessa" sono tra le più dannose per un dialogo. La prima espressione trasmette un forte egoismo e una totale mancanza di volontà di collaborare, lasciando l'interlocutore solo di fronte ad una difficoltà. La seconda, anche se pronunciata senza cattive intenzioni, risulta brutale e svalutante. Entrambe manifestano una profonda mancanza di empatia e interrompono bruscamente qualsiasi tentativo di dialogo costruttivo.
Le frasi che comunicano arroganza e rigidità
Espressioni come "Te l'avevo detto" o "Io sono fatto così" minano la fiducia e l'apertura. La prima suona come un'affermazione di superiorità, generando frustrazione e mettendo l'altro sulla difensiva. La seconda è spesso una giustificazione per non mettersi in discussione e rifiutare il cambiamento, bloccando ogni possibilità di confronto costruttivo. In entrambi i casi, si comunica arroganza e si inibisce un ascolto attivo, fondamentale per qualsiasi rapporto equilibrato.
Le formule verbali che svalutano l'altro
Dire "È una sciocchezza" oppure "È quello che c'è" sminuisce i pensieri o le emozioni altrui. Queste parole comunicano che il punto di vista dell'altra persona non ha valore, bloccando sul nascere ogni forma di condivisione. Allo stesso modo, "Non ho tempo per queste cose" trasmette un messaggio chiaro: l'altro non è una priorità. Questo tipo di comunicazione erode il rispetto e la disponibilità, due elementi essenziali per mantenere saldi i legami interpersonali.