L’allarme di Giuseppe D’Aprile (Uil Scuola) dopo le parole di Giorgetti: 'la denatalità non giustifica i tagli alla scuola'

D’Aprile (Uil Scuola) risponde a Giorgetti: meno alunni non significa tagli ma più qualità, investimenti. La denatalità richiede visione, non risparmi

18 giugno 2025 12:52
L’allarme di Giuseppe D’Aprile (Uil Scuola) dopo le parole di Giorgetti: 'la denatalità non giustifica i tagli alla scuola' - Giuseppe DAprile UIL Scuola RUA
Giuseppe DAprile UIL Scuola RUA
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Le parole del ministro Giorgetti sul calo demografico e il “ripensamento” della spesa scolastica accendono l’allarme tra i sindacati. Per il Segretario Uil Scuola Rua, Giuseppe D’Aprile, meno alunni non significa meno docenti ma più qualità, attenzione e investimenti. La scuola italiana deve cogliere questa sfida, non subirla

Le dichiarazioni di Giorgetti di Uil Scuola e la reazione del sindacato

Durante un’audizione in Parlamento sulla transizione demografica, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha parlato della necessità di un “ripensamento” delle strutture scolastiche, del personale e della spesa a causa del progressivo calo delle nascite. Una riflessione che ha suscitato preoccupazione tra i rappresentanti del mondo dell’istruzione. Giuseppe D’Aprile, Segretario generale della Uil Scuola Rua, ha definito queste parole un potenziale preludio a tagli ingiustificati al comparto scolastico. Proprio in questo momento, sostiene il sindacato, sarebbe invece necessario rilanciare l’istruzione pubblica per affrontare le sfide educative e sociali poste dal mutamento demografico.

La proposta: meno studenti, ma più scuola

Secondo la Uil Scuola, la diminuzione del numero di alunni deve essere colta come una preziosa occasione di rilancio, non come un pretesto per tagliare personale e risorse. D’Aprile afferma con decisione: “Meno alunni non significa meno bisogno di insegnanti, ma più possibilità di fare buona scuola”. Classi meno affollate permettono una didattica più personalizzata, un clima scolastico più sereno, maggiore attenzione agli studenti fragili e la possibilità di ampliare il tempo scuola. Sono tutte condizioni che il sindacato considera essenziali per migliorare davvero la qualità dell’istruzione, ma che richiedono scelte politiche coraggiose e non riduzioni lineari di spesa.

Uil Scuola critica i tagli e la logica ragionieristica

D’Aprile denuncia l’incoerenza tra la retorica della qualità e le pratiche di contenimento dei costi. Il sindacato rifiuta l’approccio di chi considera l’istruzione una voce di bilancio da limare piuttosto che un investimento strategico per il futuro del Paese. “Chi pensa che il calo delle nascite sia una scusa per risparmiare sulla scuola sbaglia due volte: nei numeri e nella visione”, avverte il leader della Uil Scuola. La riduzione della popolazione scolastica dovrebbe essere vista come un’opportunità per ripensare il sistema educativo in senso inclusivo ed efficace, non per giustificare tagli che rischiano di peggiorare la già difficile situazione delle scuole italiane.

Una sfida per il futuro che richiede coraggio

Serve una visione prospettica, non tagli. Serve coraggio”, conclude D’Aprile, invitando il governo ad assumere una prospettiva a lungo termine, orientata alla valorizzazione del personale scolastico e all’ammodernamento dell’offerta formativa. In un contesto in cui il numero di studenti cala, si apre la possibilità concreta di riformare il sistema per offrire maggiore qualità, attenzione individuale e servizi scolastici più efficaci. Ma questo può accadere solo se lo Stato sceglie di investire, non di risparmiare. Per la Uil Scuola, la sfida della denatalità va trasformata in un’occasione di rilancio e non in una giustificazione alla rinuncia.