Landini contro Meloni: 'Scuola e Ata senza contratto da 3 anni, proposte insufficienti dal governo'

Maurizio Landini accusa il governo Meloni: immobilismo sui contratti pubblici, personale scolastico senza rinnovo da tre anni. Malcontento per salari stagnanti.

06 maggio 2025 06:44
Landini contro Meloni: 'Scuola e Ata senza contratto da 3 anni, proposte insufficienti dal governo' - Maurizio Landini
Maurizio Landini
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Maurizio Landini attacca duramente il governo Meloni per il mancato rinnovo dei contratti nel pubblico impiego. Docenti e personale Ata attendono da tre anni il rinnovo contrattuale e, di fronte a un’inflazione al 18%, il governo propone un aumento del solo 6%, una misura ritenuta insufficiente dal leader della Cgil.

Contratti bloccati e aumenti minimi: il malcontento nel settore scuola

Il comparto scolastico guarda con preoccupazione al contratto di lavoro 2022/2024, ancora in fase di definizione. L’aumento previsto di circa 140 euro medi al mese appare poco incisivo: più della metà di questa cifra è già percepita grazie all’indennità di vacanza contrattuale. L’effettivo incremento netto sarà quindi di appena 30-35 euro. Una cifra modesta che non riesce a compensare l’erosione del potere d’acquisto causata da un’inflazione triplicata rispetto agli aumenti.

Occupazione: dati in contrasto tra governo e sindacati

Il premier Meloni ha rivendicato la creazione di oltre un milione di nuovi posti di lavoro, con un tasso di occupazione record al 63%. Tuttavia, Landini ha contestato questi numeri, sottolineando la crescente precarietà lavorativa: il part-time è salito da un milione a oltre 4,2 milioni di lavoratori, di cui il 70% donne, spesso con retribuzioni inferiori agli 11.000 euro lordi annui. Secondo la Cgil, il vero boom è stato quello dei profitti aziendali e dei dividendi agli azionisti.

Rinnovi contrattuali: merito ai sindacati, non al governo

Landini ha chiarito che i rinnovi contrattuali raggiunti finora sono stati ottenuti grazie all’azione sindacale, senza contributi economici diretti da parte del governo. La critica è rivolta a un esecutivo accusato di non intervenire attivamente nella tutela salariale e di proporre aumenti minimi che rischiano di influenzare negativamente anche le trattative tra imprese e lavoratori, creando un precedente dannoso per tutto il sistema contrattuale.

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