Landini contro Meloni: 'Scuola e Ata senza contratto da 3 anni, proposte insufficienti dal governo'
Maurizio Landini accusa il governo Meloni: immobilismo sui contratti pubblici, personale scolastico senza rinnovo da tre anni. Malcontento per salari stagnanti.


Maurizio Landini attacca duramente il governo Meloni per il mancato rinnovo dei contratti nel pubblico impiego. Docenti e personale Ata attendono da tre anni il rinnovo contrattuale e, di fronte a un’inflazione al 18%, il governo propone un aumento del solo 6%, una misura ritenuta insufficiente dal leader della Cgil.
Contratti bloccati e aumenti minimi: il malcontento nel settore scuola
Il comparto scolastico guarda con preoccupazione al contratto di lavoro 2022/2024, ancora in fase di definizione. L’aumento previsto di circa 140 euro medi al mese appare poco incisivo: più della metà di questa cifra è già percepita grazie all’indennità di vacanza contrattuale. L’effettivo incremento netto sarà quindi di appena 30-35 euro. Una cifra modesta che non riesce a compensare l’erosione del potere d’acquisto causata da un’inflazione triplicata rispetto agli aumenti.
Occupazione: dati in contrasto tra governo e sindacati
Il premier Meloni ha rivendicato la creazione di oltre un milione di nuovi posti di lavoro, con un tasso di occupazione record al 63%. Tuttavia, Landini ha contestato questi numeri, sottolineando la crescente precarietà lavorativa: il part-time è salito da un milione a oltre 4,2 milioni di lavoratori, di cui il 70% donne, spesso con retribuzioni inferiori agli 11.000 euro lordi annui. Secondo la Cgil, il vero boom è stato quello dei profitti aziendali e dei dividendi agli azionisti.
Rinnovi contrattuali: merito ai sindacati, non al governo
Landini ha chiarito che i rinnovi contrattuali raggiunti finora sono stati ottenuti grazie all’azione sindacale, senza contributi economici diretti da parte del governo. La critica è rivolta a un esecutivo accusato di non intervenire attivamente nella tutela salariale e di proporre aumenti minimi che rischiano di influenzare negativamente anche le trattative tra imprese e lavoratori, creando un precedente dannoso per tutto il sistema contrattuale.