Liceo Galilei Pisa: stop alle gite dopo l'occupazione
La decisione del Liceo Galilei di Pisa di annullare i viaggi di istruzione scatena la reazione degli studenti, che propongono una "gita a Gaza".
Tensione al Liceo Galilei di Pisa dove il collegio docenti ha sospeso tutte le gite scolastiche. La decisione segue l'occupazione studentesca per la Palestina, che ha causato alcuni danni. Gli studenti denunciano una "misura punitiva" e rispondono con una provocazione simbolica: un viaggio di istruzione a Gaza.
La protesta pro-Palestina e l'occupazione
La recente occupazione del Liceo Galilei è nata come atto di solidarietà verso il popolo palestinese, inserendosi in un contesto di mobilitazione che ha coinvolto anche altri istituti superiori di Pisa, tra cui il Dini, il Buonarroti e il Carducci. Gli studenti hanno motivato la loro azione citando la necessità di non "spegnere" due anni di mobilitazioni a favore della Palestina. Le richieste principali avanzate dai collettivi studenteschi includono uno stop immediato al supporto fornito dal governo italiano a Israele e il riconoscimento formale della Palestina e della sua autodeterminazione, criticando le condizioni precedentemente proposte.
Danni e stop alle gite al Liceo Galilei di Pisa
In seguito ai giorni di occupazione, sono stati segnalati danni a strutture, materiali informatici e altri oggetti all'interno dell'istituto. Sebbene la dirigenza scolastica non abbia ancora diffuso una stima ufficiale e certificata dell'ammontare economico dei danni, la situazione ha acceso il dibattito interno. In risposta agli eventi, il collegio dei docenti ha votato a maggioranza per la sospensione di tutte le gite e i viaggi di istruzione previsti per l'anno scolastico in corso. Questa decisione è stata immediatamente contestata dal collettivo studentesco, che l'ha definita una "misura punitiva" e il culmine di una "campagna di accuse e bugie" volta a screditare la loro iniziativa.
La provocazione "Gita a Gaza" e le reazioni esterne
Gli studenti lamentano che il significato politico della mobilitazione sia stato sminuito, ridotto a "semplice disobbedienza" o vandalismo, citando la circolazione di una cifra non verificata di "5mila euro di danni" e la minaccia di ripercussioni legali. In risposta, hanno lanciato una provocazione: «Proponiamo al collegio dei docenti una gita a Gaza, per vedere se vale di più una finestra o la vita di un popolo». Sulla vicenda sono intervenuti anche i Giovani Democratici di Pisa, esprimendo solidarietà agli studenti e definendo la scelta dell'istituto "profondamente ingiusta e sproporzionata", accusando la scuola di voler "criminalizzare le occupazioni" e chiedendo un passo indietro.