Malattie croniche e pensione permanente: guida completa alle tutele previste dalla legge italiana
Guida completa alla pensione permanente per malattie croniche: requisiti, iter INPS, patologie riconosciute e tutele economiche previste dalla legge.


In Italia, chi convive con malattie croniche o invalidanti ha diritto a specifiche forme di tutela economica e assistenziale, qualora la propria condizione sanitaria limiti in modo permanente la capacità lavorativa. Il riconoscimento di tali benefici avviene attraverso un percorso normativo ben definito, gestito principalmente dall’INPS, e prevede differenti prestazioni in base al grado di invalidità riconosciuto. Questa guida fornisce un quadro chiaro e aggiornato su come funziona il sistema, quali patologie possono dar accesso ai benefici e quali sono i requisiti da soddisfare.
Come funziona la pensione permanente per malattie croniche
L’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (INPS) è l’ente preposto alla valutazione e all’erogazione delle misure previdenziali per chi è affetto da patologie croniche che compromettono, parzialmente o totalmente, la capacità di lavorare. Le prestazioni erogabili rientrano in tre principali categorie:
- Pensione di inabilità
- Assegno ordinario di invalidità
- Indennità di accompagnamento
Ognuna di queste misure risponde a situazioni differenti, in base al livello di gravità della malattia e al grado di autonomia residua del soggetto.
Strumenti previdenziali a disposizione
- Pensione di inabilità totale - È destinata a chi, a causa della malattia, non è più in grado di svolgere alcuna attività lavorativa in modo permanente. La valutazione viene effettuata dalle commissioni mediche dell’INPS.
- Assegno ordinario di invalidità - Riconosciuto alle persone che hanno subito una riduzione della capacità lavorativa superiore ai due terzi (almeno il 67%), ma che conservano una residua possibilità lavorativa.
- Indennità di accompagnamento - Questo contributo non dipende dal reddito e viene assegnato a chi necessita di assistenza continua per lo svolgimento delle attività quotidiane, a causa di gravi limitazioni fisiche o mentali.
Malattie croniche che possono dare accesso alla pensione
La legge italiana non prevede un elenco rigido e tassativo di malattie che danno diritto a queste prestazioni. Tuttavia, la valutazione si basa su tabelle ministeriali (DM 5 febbraio 1992) e sulle linee guida fornite dall’INPS, che indicano le percentuali di invalidità per gruppi di patologie.
Tra le condizioni croniche più frequentemente riconosciute vi sono:
- Tumori maligni in fase avanzata o con metastasi
- Malattie neurologiche degenerative gravi (sclerosi multipla, SLA, Parkinson avanzato)
- Patologie cardiache severe (scompenso cronico, gravi cardiopatie congenite, post-infarto grave)
- Malattie respiratorie invalidanti (BPCO avanzata, fibrosi polmonare)
- Insufficienza renale cronica in trattamento dialitico
- Diabete con complicanze invalidanti
- Malattie autoimmuni sistemiche (lupus, artrite reumatoide avanzata)
- Disturbi psichiatrici gravi (schizofrenia, depressione maggiore invalidante)
- Demenze avanzate, incluso Alzheimer
- Perdita grave o totale della vista e sordità bilaterale completa
È importante notare che l’INPS considera anche il quadro clinico complessivo, attribuendo un'invalidità globale se sono presenti più patologie concomitanti.
Iter per il riconoscimento e requisiti richiesti
Il percorso per ottenere una delle prestazioni sopra citate prevede diversi passaggi obbligatori:
- Presentazione della domanda – Può essere inoltrata tramite il portale INPS o con l’assistenza di patronati e CAF.
- Certificazione medica – Il medico curante deve redigere e trasmettere online un certificato introduttivo.
- Visita medico-legale – L’interessato viene convocato da una commissione sanitaria per la valutazione dell'invalidità.
Requisiti principali:
Percentuale di invalidità:
- Almeno il 74% per accedere all’assegno di invalidità
- Il 100% per ottenere la pensione di inabilità
Reddito: Per alcune prestazioni, come l’assegno mensile di invalidità, è previsto un limite di reddito personale annuale, aggiornato ogni anno dall’INPS.
Residenza: È necessario risiedere stabilmente in Italia.