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Mobilità Docenti 2025/28: conclusa la fase tecnica, si passa a quella politica con le deroghe ai vincoli

Conclusa la fase tecnica della mobilità docenti 2025/26. Adesso si entra nel vivo della fase politica con la conferma e l'ampliamento delle deroghe ai vincoli

La mobilità docenti per l’anno scolastico 2025/26 entra in una fase cruciale con la chiusura della revisione tecnica del Contratto Integrativo per il triennio 2025/28. La discussione passa ora alla fase “politica”, dove si decideranno eventuali modifiche normative, in particolare sull’ampliamento delle deroghe ai vincoli territoriali. Vediamo cosa potrebbe accadere e quali sono le principali questioni in gioco.

Mobilità Docenti e vincoli territoriali: cosa prevedono le normative attuali

I vincoli territoriali sono un elemento centrale nella gestione della mobilità dei docenti. Per coloro immessi in ruolo a partire dall’anno scolastico 2023/24, è previsto un obbligo di permanenza triennale nella scuola di assegnazione, includendo l’anno di prova. Questi vincoli si applicano sia ai docenti della scuola dell’infanzia, primaria e secondaria, sia a chi accetta incarichi tramite GPS sostegno, con alcune eccezioni previste per situazioni di esubero o sovrannumero.

Le normative attuali consentono, durante il triennio di vincolo, alcune possibilità come:

  • Domande di assegnazione provvisoria o utilizzazione nella provincia di titolarità per motivi specifici.
  • Accettazione di supplenze annuali su tipologie di posto o classi di concorso diverse da quelle di titolarità, una volta completato l’anno di prova.

Tuttavia, molti sindacati hanno richiesto di ampliare le deroghe, sottolineando la necessità di maggiore flessibilità per i docenti in situazioni familiari o personali particolari.

Deroghe attuali e proposte di ampliamento delle deroghe sui vincoli

Attualmente, il Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro (CCNL) prevede deroghe ai vincoli territoriali per categorie specifiche di docenti, tra cui:

  • Genitori di figli minori di 12 anni, con estensione per genitori adottivi fino ai primi 12 anni dall’ingresso del minore in famiglia.
  • Docenti che assistono persone con disabilità grave secondo la Legge 104/1992.
  • Personale che beneficia di permessi per motivi familiari o di cura previsti dal decreto legislativo 151/2001.

Durante i recenti incontri sindacali, sono emerse proposte per ampliare queste deroghe, tra cui l’innalzamento dell’età dei figli per il ricongiungimento familiare e la possibilità di includere altre situazioni di necessità personale. Questi cambiamenti potrebbero favorire una maggiore flessibilità nella gestione delle assegnazioni, pur rispettando le esigenze organizzative del sistema scolastico.

Mobilità Docenti 2025/28: possibili scenari della fase politica

Con il passaggio alla fase politica, sarà il Ministero dell’Istruzione a esaminare le proposte sindacali. Le decisioni prese in questa sede avranno un impatto significativo sulla mobilità dei docenti per il prossimo triennio. Le opzioni più probabili includono:

  1. Conferma delle deroghe attuali, mantenendo il quadro normativo vigente.
  2. Ampliamento mirato delle deroghe, introducendo nuove possibilità di mobilità per i docenti con particolari esigenze familiari o personali.
  3. Riforme più ampie, con una revisione generale delle regole di vincolo per conciliare meglio le esigenze del personale con quelle organizzative.

L’obiettivo dichiarato è trovare un equilibrio tra la stabilità del personale nelle scuole, considerata fondamentale per la qualità dell’insegnamento, e il diritto dei docenti a una mobilità adeguata alle loro esigenze personali.

Implicazioni per i Docenti e per il sistema scolastico

Le decisioni che emergeranno dalla fase politica avranno ricadute sia sui docenti che sul sistema scolastico nel suo complesso. L’ampliamento delle deroghe potrebbe migliorare le condizioni lavorative del personale, aumentando la soddisfazione professionale e riducendo i conflitti legati alla gestione familiare. Tuttavia, resta il rischio di un impatto organizzativo, con potenziali difficoltà nel garantire continuità didattica in alcune scuole.

In conclusione, il prossimo triennio potrebbe rappresentare un momento di svolta per la mobilità dei docenti, con opportunità di riforma che potrebbero rispondere meglio alle esigenze di un sistema scolastico in continua evoluzione. Restano da definire i dettagli operativi e il grado di flessibilità che il Ministero sarà disposto a concedere, una decisione che influenzerà migliaia di insegnanti in Italia.

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