Montano Antilia: parco giochi inaccessibile, la denuncia del CNDDU
Il CNDDU interviene sul caso di Montano Antilia: nonostante le promesse alla Prefettura, l'area resta pericolosa e vietata ai disabili.
Il CNDDU denuncia la grave situazione del parco giochi a Montano Antilia. L'area resta inaccessibile e insicura, violando la Costituzione e i diritti fondamentali. Nonostante i fondi spesi, mancano interventi concreti per l'inclusione e l'abbattimento delle barriere architettoniche.
Montano Antilia (Sa): parco giochi inaccessibile e ingresso pericoloso, denunciata la mancata attuazione degli interventi promessi
Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani ritiene doveroso intervenire pubblicamente sulla perdurante e ormai intollerabile condizione di inaccessibilità del parco giochi comunale di Montano Antilia (SA), più volte denunciata dall’attivista per i diritti delle persone con disabilità, Christian D’Urso, e ad oggi priva di una soluzione concreta, nonostante le comunicazioni ufficiali intercorse tra il Comune e la Prefettura di Salerno.
Non si tratta di una semplice carenza tecnica o di un ritardo amministrativo, ma di una questione che investe il nucleo stesso dei diritti fondamentali della persona. La Costituzione italiana, all’articolo 3, impone alla Repubblica il dovere di rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitano di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini. L’articolo 2 riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, mentre l’articolo 32 tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività. Rendere inaccessibile uno spazio pubblico destinato al gioco e alla socialità significa negare, nei fatti, tali principi fondanti dell’ordinamento.
A ciò si aggiunge la Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità, ratificata dall’Italia con la Legge n. 18 del 2009, che all’articolo 9 impone agli Stati di garantire l’accessibilità agli edifici aperti al pubblico, agli spazi esterni e ai servizi, e all’articolo 30 riconosce il diritto delle persone con disabilità a partecipare alla vita culturale, ricreativa, al tempo libero e allo sport su base di uguaglianza con gli altri. Il parco giochi di Montano Antilia, così come oggi configurato, si pone in evidente contrasto con questi obblighi giuridici internazionali vincolanti.
Dal punto di vista della normativa interna, risultano direttamente rilevanti la Legge n. 104 del 1992, che sancisce il diritto all’integrazione sociale e alla piena partecipazione delle persone con disabilità, e la Legge n. 13 del 1989, nonché il Decreto Ministeriale n. 236 del 14 giugno 1989, che definiscono i criteri tecnici per l’abbattimento delle barriere architettoniche negli edifici e negli spazi pubblici. È altresì richiamabile il D.P.R. n. 503 del 1996, che disciplina l’accessibilità agli spazi e servizi pubblici, imponendo agli enti locali precisi obblighi di adeguamento.
In questo quadro normativo chiaro e consolidato, appare ancor più grave quanto accade nel Comune di Montano Antilia. L’ingresso del parco giochi di via San Vito è collocato in una curva, in prossimità della Strada Provinciale 143 e della Strada Statale 18, privo di segnaletica orizzontale, attraversamenti pedonali e condizioni minime di sicurezza. La presenza di uno scalino all’ingresso rende di fatto impossibile l’accesso alle persone con disabilità motoria, in particolare a chi utilizza una sedia a rotelle. Questa situazione non è soltanto discriminatoria, ma può essere configurata come potenziale violazione delle norme in materia di sicurezza stradale e di prevenzione del rischio.
Nel 2023 il parco è stato oggetto di lavori di riqualificazione finanziati con fondi pubblici per un importo di circa 33.000 euro. È stato rappresentato, anche dalla Onlus “Vorrei Prendere il Treno”, che nessuna quota risulterebbe essere stata destinata all’abbattimento delle barriere architettoniche. Tale circostanza solleva interrogativi rilevanti anche sotto il profilo della corretta allocazione delle risorse pubbliche, alla luce dei principi di buon andamento e imparzialità della pubblica amministrazione sanciti dall’articolo 97 della Costituzione, nonché delle norme sulla trasparenza amministrativa previste dal Decreto Legislativo n. 33 del 2013.
Un ulteriore profilo di criticità riguarda la distanza tra quanto formalmente comunicato e quanto concretamente realizzato. In data 27 marzo 2025, la Prefettura di Salerno ha trasmesso comunicazione secondo cui il Comune di Montano Antilia avrebbe adottato una delibera di Giunta per la realizzazione di un secondo accesso privo di barriere architettoniche, con apertura su area comunale contigua alla SS18. A distanza di circa otto mesi, tale intervento non risulta essere stato realizzato e la stessa delibera non risulta facilmente accessibile, in contrasto con i principi di pubblicità e trasparenza amministrativa di cui alla Legge n. 241 del 1990, che disciplina il diritto di accesso ai documenti amministrativi.
Christian D’Urso ha esercitato un diritto pienamente riconosciuto dall’ordinamento, inoltrando una formale richiesta di accesso agli atti al Comune di Montano Antilia, chiedendo la trasmissione via PEC della documentazione relativa alla delibera di Giunta comunicata alla Prefettura. Tale richiesta non rappresenta un atto di ostilità, ma l’esercizio legittimo di un controllo democratico sull’operato delle istituzioni, principio cardine dello Stato di diritto.
Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani ritiene che il permanere di questa situazione configuri una lesione non solo dei diritti delle persone con disabilità, ma della stessa legalità amministrativa. L’accessibilità non può essere considerata un intervento eventuale o rinviabile. Essa costituisce un livello essenziale delle prestazioni che lo Stato e gli enti locali sono tenuti a garantire ai cittadini, così come definito dall’articolo 117 della Costituzione.
L’assenza di interventi concreti, a fronte di deliberazioni annunciate, rischia di trasformare gli atti amministrativi in mere dichiarazioni di principio prive di efficacia reale, con un conseguente vulnus alla fiducia dei cittadini nelle istituzioni. È per questo che il CNDDU ritiene necessario un urgente ripristino della coerenza tra impegni assunti e azioni intraprese, nella piena osservanza del diritto interno e internazionale.
Il diritto al gioco, alla socialità, alla sicurezza e alla piena partecipazione alla vita della comunità non può essere subordinato a valutazioni di opportunità politica o di convenienza economica. È un diritto esigibile, tutelato dalla legge e fondato sulla dignità umana.
Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani continuerà a monitorare la vicenda, a sostenere ogni iniziativa volta al ripristino della legalità e a difendere, in ogni sede opportuna, il principio per cui nessuno spazio pubblico può essere costruito o mantenuto in modo tale da escludere una parte della cittadinanza.
prof. Romano Pesavento, presidente CNDDU