NEET 2025: scendono al 14,5% ma pesano i gap di genere
Nel secondo trimestre 2025 i NEET calano a 1,7 milioni. Crescono però i divari di genere e l'inattività per motivi familiari
I dati recenti mostrano un calo significativo dei NEET in Italia, scesi al 14,5% nel 2025. Tuttavia, l'analisi del Laboratorio Dedalo rivela persistenti criticità legate al genere e alle ragioni familiari, con un divario Nord-Sud ancora marcato, nonostante il miglioramento generale.
I NEET 15-34 anni calano al 14,5% nel 2° trimestre 2025, ma restano 1 milione 748mila. Forti gap di genere, in aumento i giovani in questa condizione per ragioni familiari
L’aggiornamento trimestrale dei dati sul fenomeno NEET in Italia, a cura del Laboratorio Dedalo di Fondazione Gi Group, evidenzia un miglioramento generalizzato delle condizioni occupazionali o formative dei giovani, ma persistono diverse criticità.
Milano, 15 dicembre 2025 – Nel secondo trimestre 2025 il fenomeno NEET mostra un sensibile miglioramento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il tasso complessivo tra i giovani tra i 15 e i 34 anni scende infatti dal 16,7% del 2° trimestre del 2024 al 14,5%, con un calo in termini assoluti di 251mila unità, da circa 1 milione 999mila a 1 milione 748mila.
Lo evidenzia l’aggiornamento al II trimestre 2025 a cura di “Dedalo – Laboratorio permanente sul fenomeno NEET” di Fondazione Gi Group. Lanciato a luglio 2025, il progetto, unico nel suo genere, ha istituito in Italia un Osservatorio continuativo e sistemico per conoscere, contrastare e prevenire l’incidenza dei giovani che non studiano, non lavorano e non sono inseriti in percorsi formativi. L’iniziativa è realizzata in partnership con l’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo, in collaborazione con ZeroNeet - il programma di contrasto al fenomeno dei Neet promosso da Fondazione Cariplo - e Fondazione Compagnia di San Paolo.
Scorrendo i dati dell’analisi, la diminuzione del tasso di NEET attraversa tutte le fasce d’età, con i progressi più marcati nella fascia 20-24 anni (dal 17,7% al 14,3%). Rilevante anche la diminuzione della quota di NEET tra i giovani di 30-34 anni, ovvero coloro che più probabilmente sono già usciti dal sistema di istruzione, dove l’incidenza scende dal 22,8% al 20,6%.
Si allarga il gender gap, che aumenta con l’età
Il calo del tasso di NEET interessa entrambe le componenti di genere - le donne passano infatti dal 19,8% al 18,1% (-1,8 pp), mentre gli uomini dal 13,7% e all’11,2% (-2,5 pp) - anche se la distanza tra i due gruppi rimane e anzi si amplia, segnalando un rafforzamento delle opportunità di inserimento o reinserimento più evidente sul lato maschile.
Le differenze di genere crescono al crescere dell’età, con gap di particolare rilevanza nelle fasi centrali del percorso giovanile. Tra i 25-29enni, infatti, l’incidenza femminile raggiunge il 23,9%, quasi dieci punti in più rispetto agli uomini (14,0%). Un divario ancora più ampio nella fascia 30-34 anni, dove le donne arrivano al 29% contro il 12,5% degli uomini.
Calano i NEET tra i diplomati, le donne restano svantaggiate in tutti i livelli educativi
Per quanto riguarda il titolo di studio, il calo più evidente della percentuale di NEET si osserva tra i giovani 25-34 anni con diploma, che passano dal 22,6% al 18,2%. Se un calo si registra anche tra i laureati (-0,7 punti percentuali, al 9,8%), gruppo che già partiva da livelli più bassi, il tasso di NEET aumenta invece per chi ha conseguito al massimo la scuola secondaria inferiore, dal 38% al 39,8%.
L’incidenza del fenomeno in questa fascia di età mostra inoltre differenze molto marcate tra uomini e donne all’interno di ciascun livello educativo. Tra chi ha al più la scuola secondaria inferiore, il tasso raggiunge il 60,3% tra le donne, più del doppio rispetto agli uomini (24,5%). Anche tra i diplomati l’incidenza si mantiene significativamente più alta tra le donne (26,8%) rispetto agli uomini (11,4%), segnalando che il possesso di un diploma riduce il rischio di essere NEET, ma continua a farlo in maniera meno efficace per la componente femminile. Il divario si riduce, ma non scompare, tra i laureati, dove il tasso scende all’11,3% per le donne, mentre si colloca al 7,6% per gli uomini.
Persiste il divario Nord Sud
L’arretramento generalizzato del fenomeno dei NEET nel secondo trimestre 2025 rispetto allo stesso periodo 2024 interessa tutte le aree geografiche, anche se il divario storico tra Nord e Mezzogiorno resta molto pronunciato.
Nel Nord-Est l’incidenza dei NEET 15-34 anni scende dal 10,1% del secondo trimestre 2024 all’8,3% del 2025, con tuttavia un divario di genere particolarmente ampio (12,6% donne vs 4,4% uomini). Anche il Nord-Ovest conferma un andamento favorevole, passando dal 10,4% al 9,9%, anche se resta la differenza di genere (13,4% vs 6,7%).
Se anche nel Centro il tasso scende dal 13,1% al 12,0%, il quadro cambia profondamente nel Mezzogiorno dove l’incidenza complessiva, pur in calo dal 26,6% al 22,4%, è quasi tripla rispetto al Nord-Est, e il divario di genere si amplia ulteriormente: il 26,2% tra le donne contro il 18,9% tra gli uomini. Nelle Isole i livelli risultano ancora più elevati, arrivando al 23,9% (dal 27%) complessivo. Anche qui le donne presentano un’incidenza molto alta (27,4%) rispetto agli uomini (20,6%).
Diminuiscono gli scoraggiati, aumentano i NEET per ragioni familiari e i disoccupati di lungo periodo
Anche la composizione interna dei NEET secondo la classificazione Dedalo – che offre una lettura del fenomeno a una profondità senza precedenti - mostra cambiamenti significativi nel secondo trimestre 2025 a confronto con lo stesso periodo del 2024.
I dati mostrano infatti un calo per i NEET in transizione, che scendono dal 10% al 7,3%, così come per gli scoraggiati, che passano dall’11,3% al 9,9%, e i disoccupati di brevissima durata (1-5 mesi), dal 7,3% al 5,5%.
Al contrario, cresce in modo importante la categoria dei NEET per ragioni familiari, che passa dal 13,2% al 17,5%. Trend affine per i disoccupati da 6 a 11 mesi e i disoccupati da almeno un anno, tra i quali la percentuale cresce rispettivamente da 4,9% a 6,8% e da 15,2% a 15,7%.
NEET per responsabilità familiari: 27% donne, 3% uomini
Anche le motivazioni che conducono alla condizione di NEET mostrano differenze rilevanti tra uomini e donne. Tra gli uomini prevalgono soprattutto le condizioni legate alla disoccupazione: i disoccupati da oltre un anno raggiungono il 21,6%, quasi il doppio rispetto alle donne (11,9%), mentre tra i disoccupati da 6 a 11 mesi gli uomini arrivano al 8,8%, contro il 5,4% delle donne. Anche tra coloro che sono in attesa di risposte dopo una candidatura si osserva una differenza significativa (14,4% degli uomini rispetto all’8,8% delle donne) così come fra chi risulta scoraggiato (13,3% uomini rispetto al 7,8% delle donne).
Le donne, invece, risultano maggiormente coinvolte in condizioni legate ai carichi familiari o di cura. La categoria più critica è quella delle responsabilità familiari, dove l’incidenza femminile raggiunge il 26,6%, contro appena il 3,2% degli uomini. Anche nelle responsabilità di cura per scelta (13,2% contro 0,3%) e nella cura resa necessaria dai costi dei servizi (4,3% contro 0,7%) le donne registrano valori sensibilmente superiori.
Il progetto è accessibile all’indirizzo fondazione.gigroup.it/dedalo.