Operatore Scolastico: da settembre 2025 dovrebbe debuttare la nuova figura, ma è proprio cosi?
A partire dal 1° settembre 2025 entrerà in vigore la nuova figura dell'Operatore Scolastico previste nel CCNL 2019/21. Tuttavia rimangono alcune criticità.


A partire da settembre 2025, il sistema scolastico italiano accoglierà una nuova figura professionale: l’Operatore Scolastico. Introdotto dal Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro (CCNL) 2019-2021, firmato nel gennaio 2024, questo ruolo rappresenta una significativa innovazione per il personale ATA. L'obiettivo è ottimizzare i servizi scolastici attraverso una figura più formata, flessibile e capace di svolgere compiti trasversali in ambito educativo e gestionale.
Cosa prevede la normativa sul nuovo Operatore Scolastico
La normativa definisce l’Operatore Scolastico come un profilo professionale che si colloca nella nuova “Area degli Operatori”. Tale figura unifica e amplia le funzioni precedentemente svolte dai collaboratori scolastici, prevedendo mansioni aggiuntive e un inquadramento contrattuale aggiornato. Il CCNL 2019-2021 ha infatti ridefinito le aree professionali del personale ATA, istituendo nuovi ruoli più coerenti con le esigenze organizzative delle scuole italiane.
L’introduzione operativa è prevista per l’anno scolastico 2025/2026, con partenza a settembre. Le scuole sono attualmente impegnate nella fase di transizione, in attesa delle linee guida applicative definitive da parte del Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM), attese entro l’estate. La normativa indica inoltre l’avvio di percorsi di selezione tramite graduatorie aggiornate, mobilità interna e nuovi concorsi pubblici.
Chi può diventare Operatore Scolastico e quali saranno le sue funzioni
Potranno accedere al ruolo di Operatore Scolastico:
- collaboratori scolastici già in servizio, in possesso dei requisiti indicati nel CCNL;
- nuovi candidati in possesso di qualifiche professionali o esperienze documentate nel settore educativo o tecnico-assistenziale.
Il profilo prevede competenze in tre principali ambiti di intervento:
- Assistenza di base agli studenti, inclusi quelli con disabilità, in supporto a figure specializzate;
- Supporto logistico e organizzativo, comprendente sorveglianza, piccole manutenzioni e attività ausiliarie;
- Gestione degli ambienti scolastici, con particolare attenzione all’igiene, sicurezza e accoglienza.
L’obiettivo è dotare ogni istituto di una figura in grado di alleggerire il carico operativo del personale docente e ATA, contribuendo al miglioramento della qualità dei servizi scolastici.
Dubbi e criticità ancora da risolvere prima dell'avvio ufficiale
Sebbene il quadro normativo sia definito, restano alcune criticità operative da chiarire prima dell’avvio a settembre 2025:
- Formazione professionale: molte regioni chiedono corsi di aggiornamento gratuiti e uniformi per il personale in transizione, ma non tutte le modalità sono state ancora stabilite.
- Tempistiche di attuazione: nonostante il mese di settembre sia indicato come data ufficiale, permangono timori su possibili ritardi nella piena implementazione del nuovo ruolo.
- Organici e distribuzione territoriale: non è ancora chiaro il numero di Operatori previsti per ciascuna scuola né le modalità di distribuzione nelle diverse regioni.
La piena riuscita di questa riforma dipenderà da investimenti adeguati, chiarezza nelle procedure e supporto formativo efficace. La comunità scolastica – tra personale, famiglie e dirigenti – attende indicazioni precise dal Ministero per comprendere come e in che tempi la figura dell’Operatore Scolastico potrà integrarsi nel contesto scolastico.