Il PDP non è un deterrente contro la bocciatura: lo chiarisce il TAR di Brescia [Sentenza]
Una sentenza del TAR chiarisce il rapporto tra PDP e bocciatura. La promozione non è automatica: gli obiettivi minimi restano un requisito fondamentale.
                                                            Una sentenza del TAR di Brescia stabilisce che il Piano Didattico Personalizzato (PDP) non assicura la promozione automatica. La decisione chiarisce i limiti delle misure compensative negli esami finali, sottolineando la necessità di raggiungere gli obiettivi minimi di apprendimento. La presenza di un PDP non esclude affatto la bocciatura di un alunno con bisogni educativi speciali (BES).
Il ricorso dei genitori dopo la bocciatura
La vicenda legale ha origine dal fallimento all'esame di qualifica per operatore informatico di uno studente con bisogni educativi speciali (BES). Nonostante fosse seguito con un PDP per difficoltà linguistiche e di apprendimento, il ragazzo ha ottenuto una valutazione gravemente insufficiente nella prova professionale. I genitori hanno presentato ricorso al TAR, sostenendo che la commissione non avesse applicato correttamente le misure previste dal piano didattico personalizzato durante l'esame finale.
La decisione del Tar di Brescia
Con la sentenza del 17 giugno, il Tribunale Amministrativo Regionale di Brescia ha respinto il ricorso, fornendo un'interpretazione netta. I giudici hanno stabilito che una preparazione insufficiente non può essere colmata unicamente attraverso gli strumenti compensativi. La scuola aveva infatti concesso al candidato il tempo aggiuntivo previsto, ma le lacune accumulate si sono rivelate troppo profonde per essere superate, evidenziando come il supporto non possa sostituire de facto il merito.
Promozione legata agli obiettivi minimi
Il verdetto ribadisce un principio fondamentale: la promozione è subordinata al raggiungimento degli obiettivi minimi di apprendimento, anche per gli studenti con BES. L'interesse primario, secondo i magistrati, non è ottenere il titolo ad ogni costo, ma acquisire una preparazione solida per il futuro. In quest'ottica, una bocciatura può rappresentare una forma di tutela, per garantire un reale successo scolastico e un inserimento qualificato nel mondo del lavoro.
Le conseguenze per scuole e famiglie
Questa sentenza traccia un confine chiaro per il futuro. Le misure compensative sono un diritto dello studente per affrontare il percorso di studi, ma non un lasciapassare automatico per la promozione. Il sistema scolastico deve garantire supporto e strumenti adeguati, ma la responsabilità del raggiungimento dei risultati resta legata all'impegno dello studente. Per le famiglie, emerge la consapevolezza che la formazione richiede risultati concreti, al di là dei supporti garantiti.
In sintesi...
La sentenza del TAR Brescia ribadisce un principio cruciale: il Piano Didattico Personalizzato supporta lo studente, ma non sostituisce la necessità di una preparazione adeguata. La promozione si ottiene solo dimostrando di aver raggiunto le competenze minime richieste.